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Il mondo dell’aviazione accelera sul carburante sostenibile
Nell’estate del 2023, secondo un’analisi di Coldiretti, si conteranno 37.5 milioni di italiani in vacanza. Il 28% di questi ha scelto di optare per mete internazionali, solitamente raggiunte tramite aereo. E questi numeri sono ancora molto piccoli, se si considera che ogni anno si vendono circa 4.5 miliardi di biglietti aerei. Cifre impressionanti, per un settore di rilevanza globale che ha sia un forte impatto economico, sia un forte impatto sull’ambiente. Per questo motivo si cerca la spinta in una direzione sostenibile, ma sembra che tanto l’elettrico quanto l’idrogeno non siano soluzioni praticabili nel breve-medio termine. Per l’industria dell’aviazione commerciale, sembra che la soluzione più plausibile sia il carburante sostenibile.
Il carburante sostenibile per gli aerei, detto “SAF” (Sustainable Aviation Fuel) è una svolta importante per il settore. Utilizzando biomasse e altri prodotti di scarto come l’olio motore esausto, è possibile arrivare a produrre combustibili per l’aviazione che possono essere facilmente miscelati con quelli tradizionali. In futuro è molto probabile che si passi addirittura ad avere il 100% di SAF utilizzato nei voli commerciali, anche considerando che i target fissati a livello internazionale per l’abbattimento delle emissioni sono molto significativi. In questi giorni sono arrivati accordi e dichiarazioni che spingono la filiera dell’aviazione ad accelerare in modo significativo questa fase di transizione.
Boeing fa accordi in Australia e sprona il Brasile
Il comitato scientifico sulla ricerca industriale in Australia (CSIRO, Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation) ha perfezionato con Boeing un accordo sui SAF proprio questa settimana. Il piano è quello di sviluppare un’offerta di combustibili sostenibili nel corso dei prossimi anni, fino ad arrivare già nel 2025 alla produzione di massa. Si stima che attualmente i prodotti di scarto dell’agricoltura australiana siano già sufficienti per generare una produzione di 5 miliardi di litri di combustibile sostenibile ogni anno; se si sfruttasse a pieno, significherebbe produrre il 60% della domanda di carburanti sostenibili per aerei ai livelli attuali.
Inoltre Boeing ha partecipato a un evento legato all’aviazione a Sao Paulo, sempre nel corso di questa settimana, dove ha spronato il Brasile a concentrarsi su questa filiera: secondo quanto stimato da Boeing stessa, grazie alla quantità di scarti agricoli prodotti dalle coltivazioni di canna da zucchero, il Brasile potrebbe facilmente affermarsi come leader mondiale nell’export di SAF. GOL, la principale compagnia aerea brasiliana, ha altrettanto rimarcato l’importanza di accelerare sui SAF nel suo discorso all’evento.
Boeing è la società che si sta muovendo più rapidamente nella direzione dei combustibili sostenibili, anche considerando che la rivalità con Airbus sta rivelando in questi anni una notevole predilezione dei clienti per i concorrenti europei. Nel 2023, per due volte la società francese ha registrato l’ordine di aerei più grande al mondo. Di conseguenza, Boeing prova a seguire un trend emergente nella speranza di recuperare la sua leadership a lungo termine; inoltre l’azienda è già oggi uno dei principali acquirenti al mondo di combustibili sostenibili per l’aviazione.
Verso il net-zero nel 2050
La IATA, organizzazione internazionale che rappresenta 300 compagnie aeree e oltre l’80% del traffico aereo mondiale, ha approvato a marzo un nuovo piano sulla sostenibilità: l’obiettivo è molto ambizioso, ed è quello di portare l’industria dell’aviazione a essere neutra dal punto di vista climatico entro il 2050. Questa è una sfida complessa ma importante: si stima che il 2-3% di tutte le emissioni di gas serra nel mondo provengano dall’aviazione, e con lo sviluppo delle economie emergenti è molto probabile che questi numeri vadano crescendo nei prossimi anni.
Secondo i numeri della IATA, il carburante è la componente critica su cui lavorare per poter raggiungere questo obiettivo: attualmente circa il 62% delle emissioni di gas serra legate all’aviazione derivano dal carburante impiegato per i viaggi in aereo. Di recente Emirates ha lanciato un fondo da $200 milioni di dollari legato proprio alla sostenibilità dell’aviazione, la cui gran parte delle risorse saranno dedicate all’esplorazione di soluzioni per i SAF.
Attualmente la gran parte dei combustibili sostenibili per l’aviazione è di origine vegetale. Si utilizzano le biomasse scartate dalla filiera agraria per trasformarle in carburante, e già oggi esistono dei carburanti che dimostrano la possibilità di usare al 100% SAF nella miscela per i motori degli aerei. Si stima che con questi carburanti alternativi sia possibile abbattere le emissioni di gas serra connesse al carburante del 50-80%; a oggi, però, solo l’1% circa di tutto il combustibile utilizzato nel mondo dell’aviazione proviene da fonti sostenibili.