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AB InBev: dati pessimi da vendite in USA e Cina
Per Anheuser-Busch InBev NV arrivano trimestrali al di sotto delle aspettative. Vendite in discesa, complici rallentamenti importanti in Cina e anche negli Stati Uniti, dove continuano le difficoltà per un boicottaggio di uno dei marchi più rappresentativi, almeno su quel mercato, per il gruppo. Nel complesso si fanno registrare volumi in calo dello 0,8% su scala globale, per trimestrali al di sotto di aspettative che già non si presentavano come bullish per uno dei giganti mondiali del settore beverage, che ha il controllo di Budweiser, Beck’s, Hoegarden, Leffe, Corona, Stella Artois.
A pesare su una quantità rilevante di aziende europee attive nel settore consumer la scarsa domanda che arriva dalla Cina, paese che sta attraversando una fase economica particolare soprattutto in termini di spesa da parte dei consumatori, per un rallentamento dell’economia rispetto alle previsioni che dovrà essere poi valutato nella seconda parte del 2024 anche in relazione agli ambiziosi obiettivi di crescita fissati dal Partito.
La birra piace meno: per Anheuser-Busch InBev NV sono trimestrali da dimenticare
Trimestrali da dimenticare, che indicano una performance al di sotto di aspettative che già avevano tenuto conto di un rallentamento importante. Il gruppo Anheuser-Busch InBev NV, uno dei giganti mondiali del settore bibite alcoliche, si trova a fare i conti con rallentamenti importanti dei consumi dei propri prodotti nei due mercati forse più importanti per i marchi del gruppo, ovvero Stati Uniti e Cina.
Nel primo di questi due mercati continuano gli effetti di un boicottaggio ormai partito mesi fa per uno dei brand più apprezzati del gruppo. Bud Light continua a scontare un calo di vendite importante iniziato lo scorso anno quando fu scelta Dylan Mulvaney come rappresentante del brand, scatenando prima le ire dell’ala più conservatrice del pubblico americano, facendole poi seguire da polemiche della comunità LGBT in quanto il brand non avrebbe appunto difeso a sufficienza la sua scelta e la persona che la rappresentava.
Un disastro in termini di pubbliche relazioni che continua a condizionare le performance del gruppo negli States con quello che era uno dei marchi più rilevanti e più venduti.
Diversa la situazione in Cina, dove il gruppo paga performance diffusamente peggiori di tutti o quasi i marchi retail che operano nella Repubblica Popolare, per una situazione economica che almeno negli scorsi mesi ha preoccupato diversi analisti.
Prossime trimestrali sostenute dall’impegno olimpico?
A far migliorare l’outlook per le prossime trimestrali ci sono le imponenti campagne pubblicitarie che Anheuser-Busch InBev NV ha organizzato per le olimpiadi di Parigi, generalmente foriere di vendite al rialzo che dovranno però essere messe anche a confronto con le spese che campagne di questo tipo comportano.
Il settore beverage è uno di quelli da seguire più attentamente anche per comprendere l’andamento della spesa dei consumatori, con il risultato di Anheuser-Busch InBev NV che è uno dei segnali peggiori che arrivano da questo ciclo di report trimestrali. Saranno poi i dati del trimestre estivo a offrire un quadro più completo dell’effettivo andamento del gruppo, che rimane uno dei più rilevanti su scala mondiale almeno rispetto al settore di appartenenza. Almeno negli USA – dove la forza della crescita economica è stata confermata ancora una volta da Jerome Powell – di spazio per il recupero ce n’è, a patto però di riuscire a risolvere quello che è stato un costosissimo disastro in termini di PR.