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Indonesia, mossa forte contro l’olio di palma abusivo

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L’Indonesia, di gran lunga il più grande produttore di olio di palma al mondo, ha annunciato l’intenzione di multare salatamente le coltivazioni abusive. Si tratta di una rara iniziativa per contrastare un’industria che, fino a questo momento, ha visto grandi sforzi da parte di Jakarta per poter continuare a operare indisturbata sulla scena internazionale. L’olio di palma è una delle coltivazioni maggiormente responsabili per la deforestazione in Indonesia e in molte altre zone del sud-est asiatico. Al tempo stesso è una fonte essenziale di export per l’Indonesia, una nazione da oltre 270 milioni di abitanti che si trova nel bel mezzo del proprio boom economico. Rinunciare non è un’opzione, ma con questa nuova regolamentazione si tenta quantomeno di ridurre i danni sull’ambiente delle coltivazioni non ufficiali.

La maggior parte dell’olio di palma indonesiano è prodotto in grandi filari di palme disposti su ettari di terreno, dove si sono venute a creare delle vere multinazionali con fatturati da centinaia di milioni di dollari all’anno. Tantissimo olio di palma, però, viene prodotto in coltivazioni abusive dislocate nel bel mezzo della foresta indonesiana. Fino a questo momento, il governo di Jakarta -pur non avendo mai formalmente permesso questo tipo di coltivazioni- aveva chiuso un occhio. Da ora in poi, però, ci saranno regole ben più severe e multe milionarie per chi tenterà di coltivare olio di palma senza le dovute regolamentazioni.

Decuplicate le multe in pochi giorni

L’Indonesia aveva emesso circa 30 milioni di dollari in sanzioni alle coltivazioni illegali fino a questo momento, nel corso del 2023. Considerando che l’anno è quasi finito, si può dire che in tutto l’anno si siano emesse multe pari ad appena una frazione dell’indotto portato dalle coltivazioni abusive. Con l’irrigidimento delle regole, però, Jakarta prevede di arrivare a emettere multe per oltre $300 milioni nel corso dei prossimi mesi. L’Indonesia è una delle nazioni che hanno prese parte al COP 28, dove uno degli argomenti di discussione più importanti è stato proprio quello della biodiversità e preservazione delle foreste.

Al momento l’Indonesia non ha fornito delle stime concrete su quanto valga totalmente la produzione abusiva di olio di palma nella nazione, ma alcune stime parlano di circa mezzo miliardo di dollari all’anno. Una cifra enorme per un paese in via di sviluppo e nel pieno del suo boom demografico, ma che deve fare i conti con una crescente pressione da parte dei partner internazionali. In particolar modo per quanto riguarda le politiche dell’Unione Europea, che ha deciso di proibire le importazioni di olio di palma provenienti da aree che siano state deforestate dopo il 2020. L’Indonesia sta cercando di fare del suo meglio per provare a fare cambiare le politiche Occidentali in materia, e agire contro le coltivazioni abusive sembra un modo per ricostruire l’immagine del paese.

Oltre un milione e mezzo di ettari interessati

Anche se non si sa quanto valga l’export di olio di palma abusivo, si sa quanto terreno stia facendo perdere alle foreste. L’Indonesia, a inizio anno, ha dato alle imprese locali la possibilità di mettere in regola le coltivazioni ubicate nelle foreste. Ne sono stati riscontrate tante da coprire un’area da 3.3 milioni di ettari, su 17 milioni di ettari di terreno complessivamente coltivati a olio di palma nella nazione asiatica. Alla fine del periodo di grazia, scaduto il 2 novembre, sono stati messi in regola soltanto 1.67 milioni di ettari di terreno: ai coltivatori è stato chiesto di pagare le tasse e i diritti necessari per mettere in regola il loro business.

Per quanto riguarda il milione e mezzo di ettari non messi in regola, l’Indonesia ora è pronta a emettere delle multe estremamente salate. Ci si chiede anche a quanto ammontino le aree non ancora identificate, perché è molto improbabile che la nazione sia riuscita a identificare ogni singola palma da olio sparsa nelle enormi foreste locali. La buona notizia, quantomeno, è che da oggi in poi Jakarta ha ufficialmente smesso di chiudere un occhio su questo fenomeno.

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