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Intel a picco, insieme a NVIDIA e AMD, nonostante l’arrivo di un nuovo chip

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Intel ha appena annunciato l’arrivo dei suoi nuovi processori Intel Core Ultra 200V, che puntano a recuperare quote di mercato in un comparto non solo ricco, ma anche sfuggito dalle mani del grande produttore di chip nel corso degli ultimi anni, ovvero quello dei laptop. Tutto questo mentre Apple è ormai volata verso altri lidi – con produzione propria di chip ARM – e mentre Qualcomm continua a conquistare quote di mercato, confermando il pessimo momento per le CPU con architettura Intel-compatibile.

Si tratta della seconda generazione della famiglia Core Ultra, che offre prestazioni ampiamente migliorate e consumi ridotti e che supererebbe, secondo i primi benchmark, la serie Snapdragon X di Qualcomm anche sul piano della riduzione dei consumi. Un processore che dimentica una volta per tutte il vecchio design è che uno dei canali attraverso i quali Intel proverà a tornare rilevante, dopo un 2024 da incubo. Difficile pensare però che il recupero di certe quote di mercato possa essere immediato. Diversi dei produttori hanno accordi pluriennali con i fornitori e altri, come nel caso di Apple, sviluppano software specifico per certe architetture. E dopo un investimento sostanzioso su ARM, sarà difficile immaginare un immediato ripensamento.

Core Ultra 200V promette di chiudere il gap tra Intel e concorrenza

O almeno promette di chiudere suddetto gap nei confronti dell’azienda che sembrerebbe essere più raggiungibile per il gruppo americano dei chip, ovvero Qualcomm. I test d’altronde avrebbero già restituito dei risultati interessanti: meno 50% rispetto ai consumi della precedente generazione e performance, per watt, del 20% superiore ai processori top che oggi Qualcomm offre al mercato.

Da qui però a pensare che già sul breve potranno esserci dei ripensamenti dei produttori che hanno già acquistato CPU da Qualcomm c’è il proverbiale mare che esiste tra il dire e il fare. Intel paga anni di sviluppi non troppo interessanti e non in linea con un mercato che si evolveva sì verso la necessità di maggiori prestazioni – assolte però in maniera sempre più chiara dalle GPU – ma soprattutto verso la necessità di consumi ridotti.

Consumi ridotti che rispondono alle necessità di un utilizzo dei dispositivi sempre più in mobilità, con il mercato dei cosiddetti desktop che continua a perdere terreno e quote di mercato. Quote di mercato che sono ormai così ridotte da raccogliere poco interesse da parte dei produttori stessi.

Per Intel è una sorta di anno zero

L’arrivo della nuova famiglia di processori avviene all’interno di un anno in realtà molto complicato per Intel. L’azienda è alla disperata ricerca di rifondazione, tagliando i rami secchi e raccogliendo così risorse per cercare di colmare un gap tecnologico e commerciale che si è fatto, negli anni, molto importante.

Sono lontani gli anni in cui i prodotti Intel comandavano un chiaro premium sui mercati. Ed oggi tentare la rincorsa a quanto sul mercato offrono i concorrenti sembra essere impresa titanica.

La notizia non è stata presa granché bene dai mercati, con Intel che perde oltre il 5%, sulla scia di mercati che sono già in grave difficoltà, e che hanno visto il mondo tech – NVIDIA e AMD per rimanere nel settore di Intel – crollare con perdite superiori al 5% in linea appunto con Intel.

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