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Jamie Dimon di JPMorgan è scettico | Le chance di un soft landing

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A raffreddare gli animi dei mercati, che stanno viaggiando su livelli piuttosto alti nonostante le mini-correzioni degli ultimi giorni, è Jamie Dimon, CEO di JPMorgan, che pur ravvisando negli ultimi movimenti di mercato un ulteriore segnale di forza del comparto azionario e dei titoli con rendimenti più elevati (e più rischiosi), si trova una volta tanto in disaccordo con quanto i mercati stanno prezzando. Se i mercati, ha detto ai microfoni di Fox Business, prezzano tra il 70% e l’80% la possibilità di un soft landing, ovvero di una fine del ciclo senza recessioni considerevoli, lui ritiene che la possibilità sia circa la metà di quanto appunto prezzano i mercati.

Una doccia fredda per i più entusiasti, che vedono nella corsa degli indici azionari USA e in quelli giapponesi il segno inequivocabile di sentiment positivo sui mercati, nonostante anche Jerome Powell abbia invitato più volte alla calma. Non è detto che Jamie Dimon abbia ragione, non è detto che ce l’abbiano i “mercati” come intelligenza collettiva, ma è comunque un buon momento per fermarsi a ragionare sullo stato delle borse.

Jamie Dimon lo scettico: soft landing non è certo

Anzi, è meno probabile di una recessione. È questo quanto si ricava dall’ultima intervista appunto a Jamie Dimon, per Fox Business, dove il CEO di una delle banche d’affari più importanti del mondo, JPMorgan, si è detto in disaccordo con l’ottimismo dei mercati. Un ottimismo che sembra impossibile da scalfire, e che sta comunque contagiando almeno in parte anche Dimon. Il CEO di JPM ha infatti confermato che di appetito per il rischio sembrerebbe essercene e che i mercati azionari stanno offrendo performance superiori alle più rosee aspettative. Da qui però a ritenere il soft landing come un dato di fatto, ce ne passa ancora.

Ci sono diverse questioni ancora aperte che potrebbero – e non è la prima volta che arrivano intuizioni di questo tipo da JPM – inficiare tutta la narrativa ottimista sul prossimo futuro delle economie che quelle borse sostengono.

I problemi sono sempre gli stessi: tensioni geopolitiche la cui fine è lontana dall’essere anche soltanto intravista, così come una battaglia all’inflazione che si sta dimostrando essere più dura di quanto preventivavano i mercati – e in linea con quanto Jerome Powell di Federal Reserve ripete da tempo. I fronti, tanto in Ucraina quanto nella Striscia di Gaza non solo rimangono aperti, ma non sembrano poter avere almeno sul breve periodo, alcun tipo di evoluzione positiva.

JPMorgan teme un atterraggio in scenario… lunare

Ottimismo ingiustificato?

Le letture di JPMorgan non sono necessariamente vere e accurate e non sarebbe la prima volta che i mercati vanno a prendersi l’onere di smentire le opinioni informate di una delle più importanti banche d’affari del mondo.

Per completare il quadro è necessario però guardare anche ai dati che dai mercati arrivano: il giro di trimestrali, che in molti ritenevano poter essere l’innesco di forti ribassi a causa degli obiettivi mancati, è stato invece più buono del previsto. Si è rimasti in senso aggregato vicini alle proiezioni e nonostante un rallentamento dell’economia, la situazione sembrerebbe essere lontana dalle profezie di sventura che qualcuno continua a distribuire al pubblico.

Rimangono, e questo è vero e non è detto che sia completamente prezzato, un rischio geopolitico importante e che potrebbe impattare sulle possibilità di soft landing, fosse anche soltanto per l’impatto che evoluzioni nefaste avrebbero sul sentiment.

Per il resto, i mercati si stanno facendo carico di smentire tanti bearish outlook, dalle azioni a quelli sul dollaro, che ha aperto un 2024 da urlo che nessuno o quasi avrebbe mai immaginato. La parola d’ordine rimane incertezza, con le percentuali di Jamie Dimon che potrebbero essere accurate o meno accurate. Si naviga, ed è questo il tema che ci portiamo dal 2023, a vista.

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