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Janet Yellen spinge verso l’uso degli asset sequestrati alla Russia per finanziare lo sforzo ucraino
Il Segretario del Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, propone un piano al G7 che prevede l’uso degli asset russi per finanziare l’esercito ucraino. La Yellen avrebbe già in mano una proposta concreta per il Gruppo dei Sette, che dovrebbe essere discussa in Italia all’incontro di Stresa. Prima sarà in visita dal 21 al 25 maggio a Francoforte, dove si cercherà un’intesa preliminare con la Germania: il governo tedesco fino a questo momento è stato il più riluttante ad aiutare l’Ucraina con armi e finanziamenti, cercando di calmare gli spiriti statunitensi e francesi che invece spingono per la mobilitazione di maggiori risorse.
All’inizio dell’invasione dell’Ucraina, le nazioni Occidentali hanno sequestrato le riserve di valuta estera che la banca centrale russa custodiva presso i loro caveau. Il capitale totale supera i $300 miliardi, ma fino a questo momento si è deciso di lasciarli “congelati” fino a data da destinarsi. Nel corso dei due anni ormai trascorsi dall’inizio dell’invasione sono emersi diversi piani. In un primo momento si è pensato di spenderli direttamente per finanziare l’esercito ucraino, in un secondo momento si è pensato a dei bond speciali sulle riparazioni di guerra, salvo poi abbandonare tutti questi progetti. Gli Stati Uniti hanno mantenuto fino a ora una posizione garantista, cercando di non fare delle mosse che pregiudicherebbero la loro posizione come centro finanziario internazionale dove gli asset non vengono confiscati a meno che le leggi non lo permettano.
Stati Uniti convinti sul da farsi
Sembra che finalmente ci sia una breccia nell’empasse che ha riguardato per oltre due anni i $300 miliardi russi che sono stati congelati. Janet Yellen vuole quantomeno utilizzare i proventi finanziari che queste riserve stanno accumulando per finanziare Kiev. Infatti i fondi congelati sono investiti e generano interessi, per cui paradossalmente il controvalore totale delle riserve è aumentato durante l’invasione dell’Ucraina. In passato la Yellen aveva proposto la confisca degli asset in euro, nel tentativo di lasciare solo l’Europa ad affrontare l’ira di Putin; dopo il due di picche delle democrazie europee, ora gli Stati Uniti devono fare il primo passo se vogliono realmente far arrivare i fondi verso Kiev.
Attualmente si stima che i proventi finanziari del capitale congelato siano intorno a $3,5 miliardi all’anno, che rimane comunque meno di quello che gli Stati Uniti stanno offrendo su base mensile per finanziare l’esercito ucraino. Ci sarebbe dunque anche un piano più ambizioso, ma più difficile da negoziare internamente al G7, che metterebbe sul tavolo $50 miliardi attraverso l’emissione di bond garantiti sui proventi futuri delle somme congelate. Questo avrebbe un impatto decisamente più rilevante sulla capacità di armarsi dell’esercito ucraino, soprattutto dopo il pacchetto di aiuti da $60 miliardi appena approvato dalla Casa Bianca.
La Francia dà il suo supporto
Il presidente francese Macron si è già detto aperto a discutere le possibilità che Janet Yellen è pronta a mettere sul tavolo, mentre rimane decisamente più difficile valutare la posizione tedesca. In questo momento, però, il supporto è diventato strettamente necessario: le truppe russe continuano a far pressione su Kharkiv, dove l’esercito di Mosca ha lanciato un’offensiva su grande scala. Considerando che l’ultimo pacchetto di aiuti approvato negli USA ha tardato 5 mesi per essere approvato, nel mezzo di una forte opposizione politica -e di una parte dell’opinione pubblica- è molto difficile pensare che in futuro si riescano ad approvare altri grandi pacchetti di aiuti. Potrebbe anche non esserci più il tempo materiale di trovare una nuova intesa all’interno del parlamento statunitense prima delle prossime elezioni.