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Jobless claims in discesa. Azionario USA stabile nella confusione
Il dato che in altre circostanze avrebbe spaventato i mercati in realtà non spaventa. All’apertura del trading a New York dopo la diffusione di dati sui jobless claims più caldi delle attese, NASDAQ e NYSE rimangono sostanzialmente piatti – segno che l’incertezza è alta, così come è invece bassa la voglia di avventure. Pesano incertezze che derivano da due situazioni che su TradingOnline.com abbiamo analizzato già e che continueranno a tenere i mercati sulle spine ancora per qualche settimana.
I jobless claims – le richieste di disoccupazione – che sono ritenute un buon metro per misurare la forza del lavoro e indirettamente la disoccupazione – sono vicini ai minimi degli ultimi 8 mesi – segno che il mercato del lavoro, sotto la stretta osservazione di Jerome Powell – continua a essere caldo, ma non a sufficienza per far intendere un ulteriore rialzo dei tassi negli USA. L’azionario intanto, per non saperne né leggere né scrivere, rimane quasi immobile.
Rialzi, soft landing e shutdown
Sono queste le tre parole sulle quali si stanno arrovellando gestori di fondi attivi, investitori e anche analisti. La situazione non è mai stata confusa come oggi – in particolare vicini alla fine di un ciclo di politiche economiche restrittive, che al massimo prevederà un altro rialzo di 25 punti base. I dati del mercato del lavoro continuano a raccontare di una situazione ancora calda, che lascia pensare sia alla possibilità di Federal Reserve di imprimere un’altra sterzata ai tassi, sia al tempo stesso alla possibilità sempre più concreta di un soft landing, ipotesi questa che invece ai mercati piace.
L’altra situazione che causa incertezza – e che a quanto pare sta bloccando le reazioni del mercato – riguarda invece l’eventuale shutdown del governo USA, questione che impone scelte ponderate anche a Federal Reserve, perché avrà effetti eventualmente depressivi sull’economia. Una situazione con troppe variabili che indicano direzioni diverse e nella quale è difficile muoversi.
Continuano le preoccupazioni anche dal fronte globale
A tenere in ansia i mercati sono anche notizie che arrivano dalla Cina. Il CEO di Evergrande sarebbe in consegna presso la polizia – per non meglio precisate ipotesi di reato. Si tratterebbe dell’ennesima tegola su un gruppo in grande difficoltà e il cui possibile recupero sembra essere ormai escluso dalla maggioranza degli analisti. Questo mentre continuano le negoziazioni con i creditori per la definizione di una nuova ristrutturazione del debito, dopo che la prima è fallita per ulteriori cali del settore immobiliare cinese.
Una situazione anche questa che andrà monitorata per capire che direzione potrebbe prendere il mercato azionario USA – e a cascata gli altri mercati minori – durante le prossime giornate di trading. Si concorda sul fatto che Evergrande abbia comunque già prodotto gli effetti più importanti sui mercati e che non ci si dovrebbe aspettare granché in termini di ulteriori cali, anche a Shanghai.
Buoni i dati dall’inflazione Europea
Prima i dati di Madrid, poi invece quelli di Berlino, con i secondi che sono piuttosto incoraggianti e hanno spinto al rialzo tutti i principali indici europei. Anche questa deve essere stata fonte di entusiasmo sulle piazze statunitensi, che ha fatto da contraltare a un dato indiretto sulla disoccupazione dal quale ci si aspettava tutt’altro tipo di segnale.
Per chi investe in queste ore, difficile individuare opportunità, fino a quando il dato sull’inflazione USA, che però è ancora lontano, non contribuirà a indicare chiaramente quali potranno essere le prossime mosse di Fed. Prossime mosse che i mercati dei risk asset non potranno che seguire molto da vicino. Nel frattempo DXY, altro indice delle divergenze economiche tra Stati Uniti e resto del mondo, è in discesa. Segno che almeno il mercato del denaro crede che Fed dovrà necessariamente riconsiderare politiche eccessivamente aggressive.