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JP Morgan, new entry nell’indice dei bond emergenti
JP Morgan aggiunge l’India al suo indice dei bond emergenti, una mossa tutt’altro che secondaria. Con tantissimi ETF che replicano gli indici di JP Morgan, questa decisione implicherà flussi d’investimento senza precedenti verso il mercato obbligazionario indiano. L’India, sempre più al centro dell’attenzione anche per la sua appartenenza al mercato dei BRICS, continua ad attirare investimenti da parte degli interessati ai mercati emergenti. Con la ripresa cinese che stenta a decollare nel 2023, molti guardano ad altre nazioni del sud-est asiatico per andare alla ricerca della prossima storia di successo che possa ricordare il decollo della Cina negli ultimi vent’anni.
I nuovi piani di JP Morgan prevedono di iniziare l’inclusione del mercato indiano nel proprio indice dei bond emergenti con 23 obbligazioni governative, che inizialmente avranno un peso del 1% sul totale dell’indice. Ufficialmente si comincerà a vedere questi strumenti integrati nell’indice a partire dal 1 giugno 2024, con incrementi del peso ogni 10 mesi fino a un massimo del 10%. Si tratta del risultato di un lungo processo, iniziato nel 2021 quando JP Morgan ha iniziato a studiare la fattibilità di inglobare nel proprio indice -e di conseguenza nei fondi che lo tracciano- i bond denominati in rupie.
Potenziali investimenti dai fondi per $25-50 miliardi
Il JP Morgan GBI-EM Global Diversified Index, teoricamente, è “solo” un indice. Significa che l’inclusione nell’indice, di per sé, non implica un investimento diretto da parte di JP Morgan o di altre grandi banche. Si tratta di una mossa che porterà a tanti investimenti indiretti, per via di tutti gli ETF e dei fondi comuni d’investimento che replicano o cercano di battere questo indice. Il fondo più grande che traccia questo indice è proprio quello creato da JP Morgan, che complessivamente investe su 30+ nazioni andando alla ricerca di opportunità. Solitamente questi bond rendono di più rispetto a quelli delle nazioni occidentali, attirando grandi capitali verso il fondo di JP Morgan.
Secondo le previsioni di JP Morgan, nel corso del tempo il mercato dei bond indiani arriverà velocemente a raggiungere il tetto del 10% fissato dalla banca. Stando alle prime previsioni in arrivo da Wall Street, questa mossa potrebbe portare a flussi di $25-50 miliardi verso le obbligazioni governative indiane che saranno incluse nel fondo. Da notare che non si tratta di bond indiani denominati in dollari, ma di obbligazioni direttamente emesse in valuta locale. Questo anche grazie al fatto che l’indice di JP Morgan è replicato da così tanti fondi da rappresentare capitali per $213 miliardi, a fronte di $236 miliardi complessivi investiti in indici che tracciano fondi su obbligazioni di paesi emergenti.
L’India conquista spazio a Wall Street
Ci si aspetta che l’annuncio di JP Morgan legato al suo principale indice che replica i bond emergenti sia seguito dall’inclusione in altri indici minori della stessa banca, tra cui il JADE Gobal Diversified Index e il JESG GBI-EM Index. Ma soprattutto si vede aumentare in maniera importante la probabilità che l’India entri a far parte anche degli indici di Bloomberg: solitamente la composizione degli indici di JP Morgan e Bloomberg tende ad assomigliarsi, soprattutto quando si tratta del mercato dei bond emergenti. Inoltre l’interesse degli investitori, attirati da una possibile “nuova Cina”, è sempre più alto. Si stima che l’inclusione nei principali indici obbligazionari di Bloomberg porterebbe altri $15-20 miliardi di flussi d’investimento verso i bond indiani.
Ormai da tempo l’India sta conquistando spazio a Wall Street, anche forte del fatto che l’interesse verso la Cina sia diminuito. Inoltre di recente Tesla ha annunciato piani per aprire la sua prima fabbrica in India, vari produttori di auto europei hanno mostrato interesse verso la nazione e il gruppo BRICS sta diventando sempre più chiacchierato sui mercati finanziari. In seguito alla notizia, i bond indiani sono stati pressoché gli unici a performare bene venerdì; con quasi tutti i mercati obbligazionari emergenti in rosso, il bond indiani a 10 anni sono riusciti a mantenersi sotto la soglia di rendimento del 7%.