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La BCE taglia i tassi di 25 punti base: comincia ufficialmente la nuova fase del ciclo economico

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La Banca Centrale Europea segue la traiettoria già anticipata nel corso delle scorse settimane. Pochi minuti fa è stato approvato il primo taglio ai tassi della BCE da cinque anni a questa parte, dando inizio a una nuova fase del ciclo economico. La reazione dei mercati si vedrà nel corso della giornata, ma ci si aspetta che non sia molto forte: ieri la banca centrale canadese ha tagliato i tassi per la prima volta in quattro anni, nuovamente dopo aver preparato i mercati con una campagna di comunicazione molto chiara, e in quel caso il rendimento dei bond e le quotazioni dei mercati azionari hanno mostrato una volatilità persino inferiore alla media.

Ci si aspetta che questo sia soltanto il primo dei tagli ai tassi che dovrebbero arrivare nel corso dell’anno, anche se non è ancora chiaro se seguiranno uno o due altri tagli di questo genere. Infatti la BCE è legata, anche se non in modo esplicito, alle decisioni della Federal Reserve: se l’inflazione americana dovesse continuare a faticare a scendere, la BCE vedrebbe limitata la sua libertà nella politica monetaria per non causare eccessive distorsioni nel mercato del Forex.

Per ora la volatilità dell’euro e delle Borse europee rimane nella norma

Confermato il taglio da 25 punti base

Il tasso sui depositi scende al 3,75% annuo, ritornando al di sotto della soglia record su cui era rimasto fino a stamattina. Questa è la prima volta in oltre due decenni di storia della Banca Centrale Europea in cui il taglio ai tassi avviene per le ragioni “tradizionali” della teoria economica -cioè un genuino calo del tasso d’inflazione- anziché per una catastrofe economica. Prima era successo solo in occasione della bolla dot-com, della crisi finanziaria nel 2008, della crisi dell’Eurozona nel 2012 con il celebre intervento di Mario Draghi e infine nel 2020 durante la pandemia.

Christine Lagarde, che spesso è stata criticata per avere un curriculum di poca esperienza nel mondo delle banche centrali, è riuscita a evitare una recessione in Europa e a traghettare l’economia verso il primo taglio ai tassi che non sia dovuto a una crisi economica. Chiaramente il ruolo della banca centrale non è l’unico a contare in questo contesto, e l’Europa continua a crescere molto più lentamente rispetto agli Stati Uniti, ma quantomeno il soft landing auspicato dagli analisti è arrivato. Ora la preoccupazione principale è che il tasso d’inflazione possa tornare ad accelerare, costringendo la BCE a fare dei passi indietro.

L’ultima rilevazione vede il tasso d’inflazione UE al 2,6%

Da qui comincia l’incertezza

Quella di oggi è stata l’unica mossa della Banca Centrale Europea che da mesi a questa parte era possibile vedere arrivare. Da qui cominciano effettivamente i dubbi su come la politica monetaria potrebbe procedere in futuro, soprattutto considerando che ci sono due variabili da analizzare: il tasso d’inflazione europeo, che recentemente sembra aver iniziato a scendere più lentamente rispetto a prima, e le decisioni della Federal Reserve. La certezza sulle azioni di oggi ha permesso alla BCE di preparare adeguatamente i mercati al taglio e dunque di limitare al massimo lo shock della decisione sui mercati finanziari. Per le prossime decisioni, invece, gli analisti sono decisamente più divisi e la stessa Banca Centrale Europea si dichiara totalmente legata ai dati che verranno pubblicati nei prossimi mesi per decidere quali saranno i prossimi passi.

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