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La Cina vieta l’import di materie prime dal Guatemala a causa dei rapporti diplomatici con Taiwan
Nella lunga serie di escalation e tensioni geopolitiche che segnano il mondo in questo momento, i problemi tra Cina e Taiwan sono tra i più seri. Con gli USA che si sono già detti disposti a difendere in armi il territorio taiwanese, mentre la marina militare cinese ha organizzato altre esercitazioni militari la settimana scorsa, la posta in gioco è altissima e la tensione continua a crescere. In tutto questo, Pechino comincia anche a stringere il cerchio sugli altri paesi che riconoscono l’indipendenza di Taiwan: sono soltanto 12 nel mondo, a causa di una politica cinese che impedisce ai paesi terzi di riconoscere la sovranità di entrambe le nazioni.
Ieri si è aggiunto un altro tassello a questa storia già molto complicata. L’associazione degli esportatori del Guatemala ha ricevuto la notizia che ora non sarà più possibile esportare verso la Cina le materie prime prodotte nel paese centroamericano. Alcune navi cargo che trasportavano container pieni di noci hanno già ricevuto la notifica del fatto che i beni non potranno passare la dogana. Lo stesso vale anche per il caffè, per le banane e per le altre esportazioni -soprattutto di materie prime agricole- del Guatemala verso la Cina. Presto, questa politica potrebbe essere estesa anche agli altri paesi che riconoscono l’indipendenza di Taiwan.
Nuove provocazioni verso il nuovo presidente
Le fonti ufficiali cinesi non hanno voluto confermare quale fosse la ragione per il divieto di import di materie prime guatemalteche. È stato poi il presidente del Guatemala Bernardo Arevalo, in una diretta su TikTok, a indicare quale fosse la causa. Il momento è anche molto particolare, dal momento che pochi giorni fa si è tenuta la cerimonia di insediamento del nuovo presidente di Taiwan. Si prospetta una presidenza fortemente segnata dalla lotta per mantenere l’indipendenza da Pechino, una sfida che sarà tutt’altro che semplice per il presidente William Lai.
Anche se il fermo al trading di commodities tra Cina e Guatemala non è un fattore così grande da poter influenzare in modo significativo il mercato delle materie prime, è un primo segnale del fatto che Pechino è pronta a far leva sulla potenza dell’economia cinese per forzare i partner industriali internazionali ad allinearsi con le sue vedute su Taiwan. Rinunciare all’export verso un mercato di 1,2 miliardi di consumatori, che cresce a uno dei ritmi più alti al mondo, non è semplice per nessuna economia a prescindere dalla propria dimensione.
Si scaldano i rapporti nello stretto di Taiwan
Questa settimana, l’esercito cinese ha lanciato delle esercitazioni militari su grande scala nello stretto di Taiwan, mentre gli abitanti dell’isola continuano a ultimare le riparazioni in seguito al grande terremoto di poche settimane fa. Il comunicato ufficiale del risultato di queste esercitazioni è che, secondo i comandanti, la marina militare ha “dimostrato con successo” la sua capacità di conquistare in armi l’isola. Immediatamente la presidenza taiwanese ha risposto che queste esercitazioni sono da intendere come una minaccia alla stabilità dell’equilibrio mondiale. Ormai si parla della possibilità di un conflitto aperto tra Taiwan e Cina da oltre un anno e mezzo, ma fino a questo momento la diplomazia è riuscita a evitarlo. La situazione, però, non è mai stata così intensa come in questo momento.