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La spesa militare mondiale sale del 7% nel 2023, il più grande aumento dal 2009 a oggi

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Secondo una nuova ricerca del think tank SIPRI, la spesa militare mondiale nel 2023 è stata di $2,43 triliardi. Una cifra record, che segna un aumento del 7% rispetto all’anno precedente e vede il suo incremento più alto dal 2009 a oggi. Tra l’invasione dell’Ucraina, il conflitto tra Israele e Hamas, le tensioni a Taiwan e gli attacchi Houthis nel mar Rosso, i paesi di tutto il mondo hanno visto una corsa alle armi. Secondo la ricerca, senza alcuna sorpresa, i paesi che hanno speso di più per aumentare i propri armamenti sono Cina, Stati Uniti e Russia. Tutte le dieci principali potenze militari mondiali hanno aumentato il loro budget per l’esercito nel 2023 e si prevede che nel 2024 l’incremento possa essere ancora più marcato.

Sempre per la prima volta dal 2009 a oggi, la spesa militare nel 2023 è aumentata in tutti e cinque le aree geografiche considerate dal SIPRI: Europa, Asia e Oceania, Medio Oriente, Nord e Sud America. Nan Tian, il capo ricercatore del SIPRI, ha definito questo risultato come una diretta conseguenza del “deterioramento della pace globale”. Da tempo non si vedevano così tanti focolai di tensione intorno al mondo. Non soltanto ci sono diversi conflitti in corso, ma ci sono tanti rischi che la situazione attuale possa peggiorare ulteriormente con un allargamento della base di paesi coinvolti. Per questo motivo, anche chi non ha intenzione di partecipare direttamente in sforzi bellici sta comunque cercando di prepararsi e di offrire un deterrente ai potenziali nemici.

Il 2024 si preannuncia potenzialmente ancora più “esplosivo” per la spesa militare mondiale

Nessun rallentamento per i titoli del settore

Lo S&P Aerospace and Defense Index, il principale indice di Borsa che traccia l’andamento dei titoli connessi alla spesa militare, è in rialzo del 14,83% da un anno a questa parte. Invece, se si considera la performance triennale dell’indice, il rialzo è appena del 2,20%. Questo rende l’idea di quanto il 2023/24 abbia segnato un forte ritorno dell’interesse per le aziende che si occupano di armi, soprattutto quelle che sul campo di battaglia moderno si stanno rivelando critiche: artiglieria, lanciatori anticarro portatili, ma soprattutto droni. Le azioni AeroVironment sono in rialzo del 47,26% su base annua, quelle di Kratos Defence & Security del 39,41%: il rialzo dei titoli connessi ai veicoli autonomi per la difesa è stato superiore a quello dei titoli tech e ben oltre quello del mercato.

Per il 2024 ci si aspetta che la corsa rialzista continui, soprattutto dopo che la Camera del Parlamento degli Stati Uniti ha approvato il nuovo pacchetto da $90 miliardi per supportare l’Ucraina e Israele nei rispettivi conflitti. La strategia americana è quella di aiutare i paesi alleati attraverso commesse che vanno soprattutto alle imprese statunitensi, in modo da avere il ritorno più alto possibile sull’economia locale. Anche se questo sta contribuendo alle difficoltà nell’abbassare il tasso d’inflazione, si sta rivelando una scelta molto redditizia per gli azionisti dei produttori di armi a stelle e strisce.

L’andamento del S&P Aerospace and Defense Index negli ultimi 12 mesi

Previsti aumenti importanti anche nel 2024

L’anno scorso gli Stati Uniti hanno guidato l’aumento della spesa militare dei paesi NATO, ma per quest’anno si attende un incremento significativo soprattutto da parte dei paesi europei. Donald Trump, il favorito dai sondaggi alla Presidenza nelle elezioni di quest’anno, ha già dichiarato che gli USA non difenderanno alcuno dei paesi dell’alleanza atlantica che non si impegni a raggiungere il target del 2% in spesa militare. Nel frattempo, l’aumento della spesa militare in Cina sta aumentando significativamente la spesa per la difesa dei paesi confinanti: il Giappone ha aumentato il budget militare del 11% lo scorso anno, esattamente come Taiwan, mentre ora ci si aspetta un rapido aumento delle risorse destinate all’esercito da parte dell’India e della Corea del Sud. Dopo l’attacco iraniano su Israele, tutti i paesi del Medio Oriente stanno a loro volta preparandosi a una potenziale escalation: il 2024 si preannuncia un anno di forte crescita per i produttori di armamenti.

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