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L’Arabia Saudita è pronta a raccogliere $10 miliardi vendendo nuove azioni di Aramco
L’Arabia Saudita potrebbe presto raccogliere nuova liquidità sui mercati finanziari attraverso la vendita di azioni Aramco, la società che gestisce il monopolio degli idrocarburi nel paese. Aramco è stata quotata in Borsa con grande successo nel 2019, segnando quella che ancora oggi è stata la IPO più grande della storia dei mercati finanziari. Questo anche malgrado le azioni Aramco siano negoziate esclusivamente sui listini di borsa sauditi, non esattamente i più frequentati dagli investitori internazionali. Secondo le fonti che hanno parlato con la stampa dei piani del regno per la vendita di nuove azioni, l’operazione potrebbe concludersi già a giugno e avere un valore complessivo di $10 miliardi.
Per il momento le fonti ufficiali rimangono molto misteriose riguardo ai piani esatti dell’Arabia Saudita. L’importo della vendita, il modo in cui verranno collocate le azioni e soprattutto il motivo di questa decisione rimangono ancora difficili da capire. In ogni caso è possibile che si tratti di una strategia legata alla diversificazione dell’economia nazionale, qualcosa su cui l’Arabia Saudita sta già investendo da tempo: cercare gradualmente di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, con l’obiettivo di costruire un futuro per il paese che vada oltre la data in cui il petrolio sarà superato o semplicemente esaurito.
L’Arabia Saudita si avvicina a Vision 2030
Aramco e il ministero dell’energia dell’Arabia Saudita hanno preferito non commentare sulla vendita dei titoli, ma gli analisti ritengono che sia parte della strategia Vision 2030 su cui il paese sta puntando. Questo è un progetto di ampio respiro che prevede di decarbonizzare l’economia locale, dare più spazio possibile agli investimenti provenienti dal settore privato e soprattutto rendere l’economia meno dipendente dal petrolio. L’ipotesi sembra però cozzare con il piano di espansione della produzione di gas naturale, con il regno saudita che punta addirittura ad aumentare del 60% l’export di questa materia prima entro la fine del decennio.
Per il momento, il governo dell’Arabia Saudita continua a rimanere per distacco il maggiore azionista di Aramco. Con oltre il 90% delle quote e dei diritti di voto, è altamente improbabile che la corona saudita voglia perdere la presa salda che attualmente detiene sulla società. Aramco è estremamente importante, non solo perché si tratta dell’azienda che gestisce tutto il petrolio saudita; si tratta dell’azienda che estrae petrolio al prezzo più basso al mondo, ed è grazie a questo vantaggio competitivo che l’Arabia Saudita rimane per distacco il leader operativo del cartello OPEC. Oltre al valore economico della produzione di petrolio, c’è un valore legato al potere di negoziazione dell’Arabia Saudita nelle trattative internazionali che vale forse ancora di più.
Segnali interessanti per il petrolio?
Aramco paga oltre $30 miliardi di dividendi ogni anno ai suoi azionisti, per cui la vendita di $10 miliardi in azioni non è effettivamente una mossa di grandi proporzioni per la corona saudita. Detto questo è importante notare un fatto, cioè che le azioni Aramco -come quelle di tutte le aziende che estraggono petrolio- tendono a valere di più quando la quotazione del greggio sale e di meno quando la quotazione del greggio scende. Se l’Arabia Saudita sta pensando di vendere titoli proprio in questo momento, probabilmente è perché ritiene che sia un momento favorevole e che probabilmente il prezzo del titolo non raggiungerà un picco più alto nel breve termine. Questa può essere un’indicazione importante su dove il paese leader nella produzione mondiale di petrolio pensare che si muoverà il prezzo della materia prima nel corso del 2024.