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L’economia cinese continua ad arrancare anche a giugno
I sondaggi ufficiali hanno rivelato che, a giugno, l’attività delle fabbriche in Cina ha registrato una terza diminuzione mensile consecutiva, mentre la debolezza in altri settori si è approfondita. Ciò pone una maggiore pressione sulle autorità affinché intervengano per sostenere la crescita, poiché la domanda sia interna che esterna mostra segni di indebolimento.
Nonostante una crescita nel primo trimestre superiore alle aspettative, grazie principalmente a un solido rimbalzo post-COVID nel consumo, i responsabili delle politiche economiche non sono riusciti a mantenere il medesimo slancio nel secondo trimestre.
I dati del National Bureau of Statistics evidenziano che, a giugno, l’attività nel settore dei servizi ha segnato il suo livello più basso da quando la Cina ha allentato le restrizioni rigorose legate al COVID alla fine dello scorso anno.
I dati del PMI
I dati rilasciati venerdì dal National Bureau of Statistics indicano che l’indice ufficiale degli acquisti nel settore manifatturiero (PMI) è stato di 49,0 a giugno, rispetto al valore di 48,8 di maggio e 49,2 di aprile. Questa lettura è in linea con le previsioni medie di un sondaggio Reuters.
I dati di venerdì mostrano inoltre che la Cina ha registrato a giugno il valore più basso dell’anno dell’indice PMI ufficiale per il settore non manifatturiero, con un valore di 53,2 rispetto a 54,5 di maggio e 56,4 di aprile. Un valore dell’indice PMI superiore a 50 indica un’espansione dell’attività, mentre un valore inferiore a tale soglia suggerisce una contrazione.
Gli esperti di Pinpoint Asset Management hanno commentato che il momentum economico in Cina rimane debole, e i recenti dati indicano un rallentamento dell’economia globale, che potrebbe ulteriormente colpire la domanda esterna nei prossimi mesi.
Nonostante ciò, l’obiettivo di crescita del governo cinese per quest’anno, fissato al 5%, è considerato modesto considerando il basso punto di partenza dell’anno precedente.
Il governo penso a nuove misure per stimolare la crescita
Dopo aver allentato i controlli legati alla pandemia di COVID-19, ci si aspettava che la Cina riprendesse rapidamente la sua economia diventando un pilastro fondamentale per la crescita globale. Tuttavia, dopo sei mesi, gli analisti stanno ridimensionando le loro previsioni per il resto dell’anno.
Nomura, in particolare, ha espresso una visione più pessimistica, abbassando la previsione di crescita del prodotto interno lordo (PIL) cinese per quest’anno dal 5,5% al 5,1%. Questo aggiornamento tiene conto anche delle prospettive di nuovi stimoli economici.
Bruce Pang, capo economista e responsabile della ricerca per la Greater China presso Jones Lang LaSalle, ha evidenziato alcuni squilibri e punti deboli osservati nel PMI di giugno, tra cui la continua contrazione della domanda interna ed esterna, il rallentamento accelerato delle attività delle piccole imprese e la crescente pressione sull’economia privata. Pang ha sottolineato l’urgenza di adottare misure politiche più incisive per raggiungere gli obiettivi di crescita annuale.
Di recente, il gabinetto cinese ha annunciato l’impegno a promuovere una ripresa economica sostenuta in modo tempestivo. Durante un summit del World Economic Forum a Tianjin, il premier cinese Li Qiang ha ribadito l’intenzione di Pechino di adottare misure per stimolare la domanda, senza fornire dettagli su politiche specifiche.
Per sostenere l’attività economica, la Cina ha ridotto i tassi di riferimento chiave per i prestiti all’inizio di questo mese. Fonti coinvolte nelle discussioni politiche hanno riferito a Reuters che la Cina prevede di implementare ulteriori misure di stimolo.