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Cina: banche commerciali riducono tassi su depositi in yuan

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Written by Chiara Ricciato
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Diverse banche commerciali cinesi hanno deciso di tagliare i tassi di interesse su una serie di depositi in yuan a partire da lunedì 12 giugno, seguendo le maggiori banche del Paese in una mossa coordinata per alleviare la pressione sui margini di profitto e ridurre i costi di prestito, offrendo così un certo sollievo per il settore finanziario e l’economia nel complesso. È quanto è stato riportato lunedì dall’agenzia di stampa britannica Reuters.

Questi tagli dei tassi di interesse sui depositi seguono un’iniziativa analoga delle principali banche di Stato cinesi di giovedì scorso.

immagine di presentazione della notizia sulle banche commerciali cinesi che tagliano i tassi di interesse sui depositi in yuan
A causa delle prospettive di crescita economica incerte, le banche statali e commerciali cinesi cercano di stimolare gli investimenti con tagli dei tassi di interesse sui depositi in yuan

Si cerca di affrontare la sfida economica

Di fatto, i maggiori istituti di credito della Cina, Industrial and Commercial Bank of China Ltd, la più grande banca al mondo per asset, Agricultural Bank of China Ltd, Bank of China Ltd e China Construction Bank Corp, infatti, hanno annunciato giovedì di aver tagliato i tassi di interesse sui depositi in yuan, come mostrano i siti web di ciascuna banca. Gli istituti finanziari dello Stato hanno ridotto i tassi sui depositi a vista di 5 punti base e i depositi a termine di tre e cinque anni di 15 punti base.

Si trattava già del secondo taglio del genere nell’arco di un anno, dopo l’azione precedente adottata a settembre, in cui i tassi di interesse per i depositi a tre anni erano stati tagliati di 15 punti base, mentre quelli per i depositi a un anno e a cinque anni erano stati abbassati di 10 punti base.

Per la mossa simile adottata dalle banche commerciali della Repubblica Popolare, gli analisti si aspettano che i tagli dei tassi di interesse sui depositi forniranno maggiori spazi per un prossimo taglio da parte della banca centrale del Paese, la People’s Bank of China (PBOC), del coefficiente di riserva obbligatoria (Reserve Requirement Ratio, RRR) al fine di espandere il credito e stimolare gli investimenti.

Il coefficiente di riserva obbligatoria è un parametro utilizzato dalle autorità di regolamentazione finanziaria per stabilire la percentuale di riserve che le banche devono mantenere rispetto ai depositi dei loro clienti ed indica la frazione dei depositi che le banche devono trattenere come riserve liquide per far fronte alle eventuali richieste di prelievo dei depositanti.

Banche come China Merchants Bank Co Ltd, China Citic Bank Corp Ltd e China Minsheng Banking Corp Ltd, invece, hanno ridotto i tassi sui depositi a vista di 5 punti base, raggiungendo lo 0,2%, come indicato sui siti web delle banche, ed hanno anche tagliato i tassi sui depositi a termine di due anni di 10 punti base e quelli di tre e cinque anni di 15 punti base.

Tale decisione di riduzione dei tassi di interesse dovrebbe contribuire ad alleviare la pressione sui margini di profitto degli istituti di credito, in quanto i risparmi detenuti presso le banche erano aumentati durante le restrizioni dovute alla pandemia causata da SARS-CoV-2.

immagine di uomini d'affari con grafici di crescita e declino
La mossa coordinata delle banche statali e commerciali cinesi dovrebbe portare a favorire la domanda interna, ridurre i costi di prestito e stimolare gli investimenti

Inoltre, le aspettative di un taglio del coefficiente di riserva obbligatoria sono aumentate, dato che la seconda economia più grande del mondo ha perso slancio all’inizio del secondo trimestre di quest’anno, lottando con la crescente disoccupazione, l’aggravarsi rapido delle esportazioni e un mercato immobiliare debole.

Secondo un comunicato, Yi Gang, recentemente riconfermato come governatore della People’s Bank of China, ha dichiarato in un incontro a Shanghai la scorsa settimana con istituzioni finanziarie e aziende, che la banca centrale cinese migliorerà gli aggiustamenti della politica definiti “anticiclici” al fine di sostenere pienamente l’economia reale, riducendone gradualmente i costi di finanziamento.

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