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L’Oreal: crescita fiacca e sotto aspettative. Il 3,6% delude mercati e analisti. Calo dovuto a domanda cinese in declino
L’Oreal comunica dati in rialzo per le vendite, ma sotto le aspettative. Pesa calo cinese.
La maledizione cinese colpisce anche L’Oreal. Il più importante gruppo per la cosmesi europeo fa registrare infatti una crescita delle vendite di molto inferiore alle aspettative, con un modesto +3,4% contro un consenso che si era stabilito al +6%. Crescita dunque, ma non a sufficienza secondo quelli che erano i canoni fissati dagli analisti. Una questione che sarebbe legata alla crisi di domanda cinese per tutta una serie di categorie merceologiche, e che starebbe colpendo i prodotti per consumatori tanto europei quanto statunitensi.
L’Oreal è soltanto l’ultima di una lunga serie di aziende che lamentano appunto un rallentamento del traino cinese sulle vendite, un traino sul quale si fa affidamento da più di un decennio in particolare per quei brand che hanno grossomodo saturato i mercati europei e statunitensi, dove i possibili margini di crescita sono per forza di cose ridotti. Ci sarà da aspettare però domani mercoledì 23 ottobre per valutare l’eventuale impatto sull’andamento del titolo, che oggi ha comunque chiuso in positivo.
Una scusa per le grandi aziende o c’è davvero un problema in Cina?
I numeri parlano chiaro: tutte o quasi le grandi aziende che devono una parte rilevante della loro crescita degli ultimi anni allo sviluppo del mercato cinese stanno facendo i conti con un rallentamento economico della Repubblica Popolare. Un rallentamento che è fonte di sofferenza per l’economia interna della Cina e che getta però nella preoccupazione anche il resto del pianeta.
La Cina è dai primi anni 2000 una fonte quasi inesauribile di crescita che viene poi distribuita anche altrove – e il suo rallentamento è stato motivo di allarme per le vendite di quasi tutti i principali brand occidentali.
Una situazione che con ogni probabilità continuerà ad emergere anche nelle prossime trimestrali che arriveranno da ambo i lati dell’oceano e che gli analisti sembrerebbero aver sottovalutato ancora una volta.