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LVMH: problemi per lo champagne. Giù vendite post-pandemiche

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Scende la domanda di champagne – almeno per quanto riguarda i marchi che sono di proprietà di LVMH, gigante francese del lusso colpito anche da performance lontane dalla straordinarietà sulle piazze finanziarie. A confermare il trend negativo nei consumi è Philippe Schaus, che è CEO di Moët e che conferma l’eccezionalità della fase pandemica per questa categoria di prodotti. Categoria di prodotti che, per i conti di LVMH, è rilevante per poco meno del 10%.

Finita la fase del piacere vendicativo durante la pandemia – così come è stato brillantemente definita da Schaus la fase di mercato durante la quale i consumatori si sono diretti in modo deciso verso il consumo di merci ritenute lussuose. E LVMH dovrà a questo punto fare i conti con un ritorno alla normalità almeno per la sua divisione champagne, nella speranza che non si tratti di un problema diffuso anche alla categoria tessile e accessori.

Champagne in calo, parla il CEO di Moët

Pesa l’inflazione ma non solo, per gli champagne di LVMH è ritorno alla normalità post-pandemica

Si è trattato di un boom breve e effimero. Questo è quanto racconta il CEO di Moët durante una recente intervista. Il 2023 è un anno complicato, dicono dalla regia – e lo è per due ordini di motivi. Il primo è un ritorno alla normalità superata la pandemia, fase che a livello globale aveva spinto il consumo di certi prodotti di lusso – anche per una sorta di compensazione alle limitazioni che hanno colpito tutti i paesi del mondo.

Il secondo motivo è l’inflazione che sta aggredendo con forza maggiore i consumi voluttuari: i consumatori, alle strette per la perdita di potere d’acquisto, finiscono per tagliare il non necessario, che nel caso di LVMH prende la forma della sua divisione champagne. Questo almeno nel consumo casalingo, con i dati invece che arrivano da nightclub e beach club durante l’estate in Riviera, a Mykonos e a Parigi che rimangono invece solidi, per tre località che vorrebbero rappresentare una sorta di campione delle location dove i prodotti high end di LVMH sono maggiormente venduti.

Si brinda meno, almeno in casa

Per LVMH stop alle acquisizioni nel settore alcolici

Dopo acquisti a profusione nel corso degli ultimi anni, per LVMH – lo conferma il CEO di Moët Hennessy – non ci saranno ulteriori acquisizioni, per quanto in realtà diversi analisti ritengano ancora possibili acquisizioni nel settore champagne per un ulteriore consolidamento della divisione.

Il tutto nonostante una maggiore incertezza nei raccolti e nella produzione dovuta alle temperature più alte. Per l’anno in corso è previsto un calo della merce consegnata al mercato del 3,7%.

In attesa di dati dai competitor

La parafrasi di quanto affermato da LVMH e dai suoi massimi quadri è che in realtà il calo è imputabili a problematiche a livello sistemico e che dunque, aggiungiamo noi, dovrebbero colpire in egual modo anche i concorrenti. Sarà questa la prova del nove per comprendere se si tratti effettivamente di problemi per tutto il comparto o di un rallentamento dei pur rappresentativi e esclusivi brand che sono nelle mani di LVMH.

Gli analisti sono per ora convinti di quanto riportato dal CEO di Moët, non trovando nelle sue parole alcun tentativo di giustificazione delle performance non entusiasmanti del segmento spiriti e champagne. La lettura, infatti, è perfettamente in linea con quanto affermato dagli analisti riguardo profondi cambiamenti di diversi segmenti retail, che potrebbero ridefinire anche certi equilibri in borsa.

Per chi investe su azioni del settore lusso, un momento al quale assistere con grande attenzione, nonostante il grande capo di LVMH continui a fare shopping sulle azioni del gruppo. Grande occasione per i long o momento di ripensare certe esposizioni?

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