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Microsoft, OpenAI annuncia rilascio della potentissima GPT-4

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La startup OpenAI ha annunciato martedì di voler iniziare a rilasciare il suo potente modello di intelligenza artificiale noto come GPT-4, aprendo la strada alla proliferazione di tecnologie pseudo-umane e aumentando la concorrenza tra il suo sostenitore Microsoft e Google.

OpenAI, che ha creato la chatbot ChatGPT, ha dichiarato che la sua ultima tecnologia è multimodale, il che significa che può utilizzare immagini così come prompt di testo per generare contenuti. La funzionalità dell’input di testo sarà disponibile per i sottoscrittori di ChatGPT Plus e per i programmatori di software, con una lista d’attesa, mentre la capacità relativa agli input grafici rimane una preview della sua ricerca.

Aumenta la competizione tra Microsoft e Google sull’intelligenza artificiale

Un ulteriore passo avanti per l’intelligenza artificiale

Google, da parte sua, ha annunciato il lancio di una bacchetta magica in grado di redigere qualsiasi documento, giorni prima che Microsoft si prepari a mostrare la sua AI per l’elaboratore Word, probabilmente alimentato da OpenAI. Un dirigente di Microsoft ha anche detto che GPT-4 aiuterà ad alimentare il suo motore di ricerca Bing.

La nuova tecnologia di OpenAI rappresenta un significativo miglioramento rispetto alla versione precedente nota come GPT-3.5, come dichiarato dall’azienda. Le due versioni possono sembrare simili, ma la differenza si evidenzia quando la complessità del compito raggiunge una determinata soglia: OpenAI ha dichiarato infatti che GPT-4 è più affidabile, creativo e in grado di gestire istruzioni molto più complesse. Greg Brockman, presidente di OpenAI, durante una dimostrazione della tecnologia ha evidenziato come essa sia in grado di prendere un mock-up per un sito web semplice e crearne uno vero basandosi solo su di esso.

GPT-4 ha l’82% in meno di probabilità di rispondere a richieste di contenuti non consentiti rispetto al suo predecessore ed ha ottenuto un punteggio del 40% più alto in alcuni test particolarmente importanti. Le risposte inaccurate sono, infatti, ancora una sfida per molti programmi di intelligenza artificiale. OpenAI ha come obiettivo quello di rendere i suoi servizi di intelligenza artificiale utilizzabili in diversi campi trasversali, e per fare ciò deve migliorare la qualità del prodotto facendo attenzione ai minimi dettagli.

OpenAI si impegna nel creare un tipo di intelligenza artificiale a totale beneficio dell’umanità

Uno sguardo sulla storia di OpenAI

OpenAI nasce nel 2015 come organizzazione no profit, con sede a San Francisco e con lo scopo di sviluppare un tipo di intelligenza artificiale di cui l’intera umanità possa beneficiare. I suoi fondatori (tutte figure particolarmente importanti della Silicon Valley, tra cui Elon Musk, Sam Altman, Peter Thiel, Reid Hoffman) donarono un miliardo di dollari all’ente, il quale ha poi ricevuto un altro miliardo nel 2019 da parte di Microsoft.

Quello stesso anno, OpenAI ha trasformato la sua identità diventando capped profit, come loro stessi annunciarono in un post sul loro blog. L’obiettivo era quello di aumentare la capacità di ottenere capitali pur tenendo fede alla missione: la soluzione sembrava così essere la creazione di un ibrido tra ente no profit ed organizzazione a scopo di lucro attraverso l’OpenAI LP. Con questa struttura, gli investitori possono guadagnare fino a 100 volte il loro iniziale investimento, ma non di più: la restante parte verrà utilizzata per progetti no profit.

Ad oggi la principale partnership della società rimane Microsoft, che spera di riuscire finalmente a mettere alle strette Google. L’analista Gil Luria ha affermato che quella di riuscire ad incorporare le abilità di ChatGPT al motore di ricerca Bing è un’opportunità che capita solo una volta nell’arco di un decennio e Microsoft non può lasciarsela scappare. Inoltre, lo stesso modello su cui ChatGPT si basa per il suo funzionamento è stato creato da ex dipendenti di Google: questa è la giusta occasione per Microsoft per riuscire a mettere in crisi la dominanza di mercato del colosso.

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