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Moderna: disastro in borsa. Gruppo rivede ricavi a -4 miliardi

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Il vaccino COVID19 di Moderna è diventato ufficialmente croce e delizia per il gruppo, che ha ridotto le proiezioni sui ricavi per il 2024 di ben 4 miliardi di dollari. A pesare sulle quotazioni in caduta libera per il gruppo ci sono anche preoccupazioni sulla capacità di portare avanti investimenti ambiziosi e che, in una fase economica con importanti costi per il capitale, dovranno essere finanziati mentre per il gruppo è crisi di ricavi.

Le avvisaglie c’erano da tempo, con il gruppo divenuto popolare proprio per la campagna vaccinale che ha impegnato tutti o quasi i paesi del mondo che ora dovrà fare a meno di un’importante (se non la più importante) fonte di ricavi. Ricavi che sono stati pessimi anche per il terzo trimestre del 2023, durante il quale è stata praticata la riduzione del valore contabile legata appunto ai vaccini.

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Sarà una giornata da ricordare per Moderna, società che anche i non addetti ai lavori hanno imparato a conoscere nel corso dell’imponente campagna vaccinale che ha coinvolto, tra le altre, la società che produce farmaci e vaccini basati su mRNA. Il gruppo ha infatti comunicato a mercati e investitori la riduzione di 4 miliardi per quanto concerne le proiezioni sui ricavi 2024 e anche il calo importante di ricavi per il trimestre che si è appena concluso, condizionato dalla contabilizzazione delle perdite dovute alla stessa categoria di prodotti.

I mercati, che pur in parte si aspettavano risultati di questo tipo, hanno risposto con vendite importanti a poca distanza dalla comunicazione dei dati di cui sopra, segno di un nervosismo nei confronti del futuro dell’azienda che prescinde dalla riduzione prevista dei ricavi. L’azienda infatti prevede un rimbalzo significativo delle proprie attività per il 2025.

Il crollo, che ha toccato punte del 17%, si accompagna a una performance 2023 certamente degna di nota, ma in senso negativo. Le azioni $MRNA hanno infatti perso da inizio anno oltre il 60%, tenendo conto anche delle importanti perdite di oggi. Un risultato che è peggiore di quello di Pfizer (-40% circa da gennaio), e AstraZeneca (-10%). Per le aziende più significative della fase pandemica, una riduzione di capitalizzazione sì importante, che nel caso di Pfizer e Moderna significa il ritorno alle quotazioni pre-pandemiche.

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Le aziende farmaceutiche nel mondo post-pandemico

I dubbi di una parte del mercato permangono: quale futuro sarà possibile per aziende meno strutturate, meno articolate e con cataloghi più esigui delle big Pharma in un mondo che non avrà bisogno, almeno sulle quantità viste tra 2021 e 2022, di vaccini? È questo quanto si discute sulle azioni Moderna, che sono in outlook ribassista per DB e per diverse altre banche d’affari.

L’azienda sta sostenendo inoltre degli investimenti importanti in ricerca e sviluppo che dovranno pur continuare a essere finanziati, senza però poter fare più affidamento su ricavi importanti derivanti dall’accaparramento di più dosi possibili di vaccino da parte di tutti i principali governi.

Dubbi che sarà difficile sciogliere anche alla luce della situazione sul mercato dei capitali: finanziarsi a debito oggi costa e il capitale è merce scarsa, costosa e con poca voglia di avventure industriali.

Il CEO Stephane Bancel parla però di reset per la struttura di business e di adattamento ad un mondo che passerà da una situazione pandemica a una endemica, qualunque cosa questo svoglia dire in termini di riorganizzazione del business.

Mal comune, mezzo gaudio, con la differenza però che i mostri sacri del settore pharma sono, per ora, più attraenti in termini di catalogo, di governance e di possibilità di resistere a una fase complessa anche per gli imbattibili.

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