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Morgan Stanley si espande in Cina con una società futures
La China Securities Regulatory Commission (CSRC), il principale regolatore del settore dei titoli della Repubblica popolare cinese, ha dichiarato venerdì 26 maggio di aver concesso a Morgan Stanley, la nota banca di affari statunitense con sede a New York, l’autorizzazione per istituire una società futures a Pechino, in Cina, allo scopo di attuare l’apertura del mercato dei futures della seconda più grande economia del mondo.
Il mercato finanziario cinese si apre alle istituzioni straniere
Il regolatore ha dichiarato in un comunicato che nella prossima fase continuerà ad approfondire l’apertura del mercato dei futures e a sostenere le istituzioni estere qualificate ad investire in società nazionali di futures.
Una società futures, anche conosciuta come società di trading futures o broker futures, è un’entità che si occupa dell’intermediazione e dell’esecuzione di operazioni nel mercato dei futures. I futures sono contratti finanziari standardizzati che consentono agli investitori di acquistare o vendere un determinato asset finanziario, per esempio materie prime, valute, indici di Borsa o obbligazioni, ad una data futura e a un prezzo prestabilito.
Le società futures fungono da intermediari tra gli investitori e il mercato dei futures, fornendo servizi di esecuzione degli ordini, custodia dei fondi e compensazione delle transazioni. Gestiscono anche i margini, che sono i depositi di garanzia richiesti per aprire posizioni nei futures. Queste società sono regolate dalle autorità finanziarie competenti e devono rispettare determinati requisiti di idoneità, capitale e conformità normativa per operare nel settore dei futures.
Morgan Stanley aveva annunciato ad aprile la sua intenzione di istituire una società futures in Cina, dopo che il regolatore dei titoli del Paese aveva accettato la sua richiesta.
La società finanziaria internazionale guarda con ottimismo all’espansione delle sue attività nel territorio cinese, cogliendo le opportunità create dalla liberalizzazione del mercato finanziario del Paese asiatico, che si apre sempre di più al capitale straniero. Nel 2019, infatti, la Cina ha permesso alle società straniere di possedere interamente le proprie attività nazionali.
Per questo motivo, recentemente Standard Chartered, la società finanziaria internazionale con sede a Londra che fornisce servizi a privati, imprese e governi, si è unita ad altre società finanziarie estere che stanno rafforzando le loro unità di investment banking nel Paese, annunciando di star assumendo almeno 100 dipendenti in Cina in vista del lancio di una nuova unità di investment banking, che mira a supportare le aziende locali nella raccolta di capitali attraverso l’emissione di titoli a reddito fisso negoziati in Borsa, compresi obbligazioni e titoli garantiti da attività.
La più grande banca al mondo JPMorgan Chase, la multinazionale statunitense di investimenti Goldman Sachs e la rivale in questione Morgan Stanley, invece, hanno già unità di investment banking a pieno controllo locale.
Tuttavia, di recente Morgan Stanley ha annunciato di star considerando un taglio del 7% della sua forza lavoro nel settore dell’investment banking nell’intera Asia Pacifica, con la Cina che subirà il colpo maggiore. Questi tagli fanno parte di una riduzione globale del personale per ridurre le spese, dati il rallentamento delle attività di fusioni e acquisizioni e il contesto economico difficile e dell’attività dei mercati dei capitali in Asia.