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Morgan Stanley: potenziale taglio del personale in Asia

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Written by Chiara Ricciato
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Morgan Stanley, la nota banca di affari statunitense con sede a New York, sta prendendo in considerazione un taglio del 7% della sua forza lavoro nel settore dell’investment banking nell’area dell’Asia Pacifica. La Cina subirà il colpo maggiore a causa del deterioramento delle relazioni con gli Stati Uniti e dell’indebolimento della crescita economica, mentre il Giappone dovrebbe essere escluso. È quanto è stato riportato martedì 16 maggio da Bloomberg News, l’agenzia di stampa internazionale tra le più note al mondo, che ha citato persone che hanno familiarità con la questione.

Secondo quanto è stato dichiarato, è probabile che la banca inizi a comunicare con i banchieri interessati già questa settimana. I posti di lavoro a rischio sembrerebbero essere oltre 40; tra questi sarebbero compresi anche quelli dell’unità dei mercati dei capitali, ha detto una delle persone, che ha chiesto di non essere identificata in quanto la questione è privata. Anche altre divisioni potrebbero essere leggermente colpite, ma non è ancora stata presa una decisione definitiva sul numero di tagli di posti di lavoro.

immagine di presentazione della notizia del potenziale taglio del personale di Morgan Stanley nella regione dell'Asia Pacifica
Morgan Stanley sta pianificando una riduzione del personale del 7% nell’investment banking nella regione dell’Asia Pacifica

L’ennesima ondata di tagli occupazionali

I tagli dei posti di lavoro fanno parte di una riduzione globale del personale in considerazione delle condizioni di mercato e per ridurre le spese, ha affermato la fonte. Un portavoce di Morgan Stanley si è rifiutato di commentare.

L’istituto bancario statunitense aveva già pianificato di ridurre circa 3.000 posti di lavoro a livello globale nel secondo trimestre del 2023, secondo quanto è stato riportato dall’agenzia di stampa britannica Reuters nelle scorse settimane, nella sua seconda ondata di tagli occupazionali in sei mesi. Secondo quanto era stato affermato in precedenza da una fonte a conoscenza della questione, la nota banca di investimenti era stata spinta a rivedere il proprio organico a causa della riduzione delle attività di fusioni e acquisizioni e di un difficile contesto economico.

Di fatto, le attività di fusioni e acquisizioni a livello globale sono drasticamente rallentate. L’attività di acquisizioni aziendali è crollata al livello più basso degli ultimi dieci anni nel primo trimestre del 2023.

Alla fine di marzo, Morgan Stanley contava più di 82.000 dipendenti, quindi la riduzione di 3.000 posti di lavoro rappresenterebbe una diminuzione del personale di quasi il 4%.

In Asia, il valore delle operazioni che coinvolgono le aziende della regione è stato di 176 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2023, il 34% in meno rispetto all’anno precedente e il livello più basso dal 2013, secondo i dati di Refinitiv, un fornitore globale americano-britannico di dati e infrastrutture del mercato finanziario.

Anche l’attività dei mercati dei capitali in tutta la regione ha subito un forte rallentamento. Secondo i consulenti, le prospettive per le offerte pubbliche iniziali (Initial Public Offerings, IPO) di Hong Kong sembrano deboli per il resto dell’anno.

immagine di donna che taglia una catena di carta di omini con segnale che indica un taglio dei posti di lavoro
La decisione dei tagli del personale deriva dalle attuali condizioni di mercato e dalla necessità di ridurre le spese

Al contrario, una delle rivali di Morgan Stanley, Standard Chartered, ha deciso di intraprendere la direzione opposta. La società finanziaria internazionale con sede a Londra, infatti, ha di recente annunciato che sta assumendo almeno 100 dipendenti in Cina per lanciare una nuova unità di investment banking nel Paese dell’Asia orientale. Il piano di assunzione di Standard Chartered fa parte del trend di espansione delle società estere nel settore dell’investment banking in Cina, dopo che la seconda economia mondiale ha permesso alle società finanziarie straniere di possedere interamente le loro attività nazionali.

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