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Namibia, Galp trova un giacimento da almeno 10 miliardi di barili di petrolio: più potenziale del previsto

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Galp, la più grande società portoghese nel mondo degli idrocarburi, ha concluso la sua prima fase di esplorazione delle riserve di petrolio in Namibia. La società possiede diritti di esplorazione solo su una parte del territorio nazionale, ma una parte che sembra essere strategicamente molto rilevante. Secondo i risultati dell’operazione di Galp, ci sarebbero almeno 10 miliardi di barili da poter estrarre. Fino a questo momento erano state soprattutto le due grandi aziende americane Chevron e ExxonMobil a valutare le riserve della Namibia, che erano stimate a poco più di due miliardi di barili. Insieme alla Guyana, dove sono altrettanto state scoperte riserve enormi di petrolio nel 2019, questi sono i due paesi che ultimamente hanno attirato l’attenzione delle società petrolifere di tutto il mondo.

La questione diventa anche molto interessante dal punto di vista geopolitico. Ultimamente alcuni paesi, come Angola ed Ecuador, hanno deciso di lasciare il cartello OPEC -e la Guyana ha già deciso di non volersi unire-. Recentemente, però, l’OPEC ha intavolato i dialoghi con il governo namibiano e con una serie di enti sovranazionali africani per tentare di portare il paese africano all’interno della propria rete. Fino a questo momento si pensava che la produzione avrebbe iniziato a diventare significativa soltanto nel 2030, ma con le nuove scoperte di Galp è possibile che gli investimenti comincino prima e che siano più grandi rispetto a quelli già annunciati fino a ora.

Attualmente il valore delle riserve incontrate sarebbe superiore a 160 miliardi di dollari

Grande successo per Galp e per il paese

La scoperta di Galp è stata fatta in un’area chiamata Mopane, dove l’azienda ha individuato due potenziali siti per avviare l’estrazione di petrolio. Si tratta di giacimenti offshore, che secondo l’azienda portoghese conterrebbero petrolio leggero -come il Brent- contenuto all’interno di giacimenti di alta qualità e bassa profondità. Questo fa pensare che anche i costi di estrazione sarebbero contenuti, facendo dunque diventare ancora più attraente la prospettiva di un investimento nel paese africano. In questo momento non ci sono ancora dei piani concreti su quello che il paese vorrebbe fare: lasciare le licenze di estrazione in mano alle multinazionali straniere, oppure nazionalizzare la produzione.

Questa zona in prossimità delle coste sud della Namibia si sta rivelando particolarmente interessante anche per Total e Shell, altre due imprese che hanno acquisito dei diritti di esplorazione e che hanno già fatto delle scoperte di giacimenti di gas e petrolio. Per il momento non è ancora stato divulgato quanto consistenti siano le scoperte delle due aziende europee, ma i dati di Galp fanno pensare che anche in questi casi si starà parlando di quantità importanti. Se prima si pensava che la Namibia potesse aspirare al massimo a essere il secondo più grande produttore africano alle spalle dell’Angola, ora le proiezioni possono cambiare significativamente.

Per un paese con un PIL inferiore a 13 miliardi di dollari, la scoperta ha un valore eccezionale

Presto al via la produzione

Già a giugno si prevede che la prima azienda detentrice di permessi per l’estrazione in Namibia cominci la produzione. Si tratta di Reconnaissance Energy Africa Ltd, un’azienda di proprietà canadese che ha già completato il suo processo di esplorazione. La produzione comincerà dai giacimenti onshore, nei quali si prevede che a lungo termine i livelli di estrazione siano più bassi rispetto a quelli offshore. L’azienda ha divulgato di avere messo le mani su un bacino da 163 milioni di barili, potenzialmente accompagnati da una quantità maggiore di gas naturale. ReconAfrica ha già annunciato di aver adocchiato un secondo luogo per l’attività estrattiva, da oltre 270 milioni di barili in riserve, con la possibilità di coinvolgere altri investitori per aumentare la produzione. La Namibia è dunque pronta ad aggiungersi ufficialmente all’elenco dei produttori mondiali di petrolio.

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