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Paesi emergenti accelerano su emissioni di bond nel 2024

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L’anno dei mercati obbligazionari si è aperto con tassi reali in calo, guidati dalle aspettative di tagli ai tassi di interesse da parte delle principali banche centrali. Un fatto che sta spingendo tanti attori del settore pubblico e privato a tornare a emettere obbligazioni: con oltre €150 miliardi di bond in arrivo solo a gennaio, l’Unione Europea sembra l’area dove questo trend è più forte. Ma con 30 miliardi di dollari di bond già emessi nelle prime due settimane dell’anno, i paesi emergenti si stanno altrettanto rivelando affamati di capitali. Questo è un trend da seguire nel 2024, con diverse nazioni che stanno finalmente tornando a guadagnarsi l’accesso ai mercati.

I paesi emergenti sono quelli che solitamente risentono maggiormente dei periodi di tassi d’interesse in aumento, esattamente come lo sono stati gli ultimi due anni. Questo perché pagano un premio per il rischio più alto, dal momento che le loro valute e le loro economie sono meno stabili. Malgrado tanti paesi emergenti negli ultimi due anni si siano affacciati sul mercato sempre più popolare dei bond sostenibili, nel complesso il volume di emissioni è stato sensibilmente inferiore alla media storica. Il fatto che a gennaio si siano riscontrate così tante nuove obbligazioni governative da paesi asiatici, sudamericani e africani sembra indicare che nel 2024 le cose potrebbero cambiare.

Il premio per il rischio di molti paesi emergenti sta scendendo velocemente

Un trend che valica i continenti

Fino a questo momento, l’emissione più grande in arrivo dai paesi emergenti è stata quella dell’Arabia Saudita: con 12 miliardi di dollari raccolti sul mercato obbligazionario nei primi 13 giorni del 2024, il leader dei paesi esportatori di petrolio sembra voler investire proprio in nuove infrastrutture energetiche con i capitali raccolti. Subito dopo c’è il Messico, che ha recentemente segnato il suo record storico per una singola emissione di bond governativi. La nazione, che è già il principale emittente di bond governativi tra tutti i paesi emergenti, ha raccolto $7.5 miliardi e sembra intenzionata a continuare il suo periodo di forte attività sui mercati obbligazionari.

Altre tre nazioni che hanno già emesso bond quest’anno sono Indonesia, Polonia e Ungheria. A tutte queste operazioni dei governi si sommano oltre $20 miliardi in obbligazioni emesse da aziende private dei paesi emergenti. Tutto questo lascia pensare che le economie in via di sviluppo avessero messo da parte la loro necessità di finanziarsi durante gli ultimi due anni, almeno in parte, per evitare di farlo proprio nel momento più caro degli ultimi 20 anni. Ora che il mercato dei capitali è tornato a essere più morbido con gli emittenti, gli investimenti che sono stati rimandati stanno iniziando a essere finanziati: secondo gli analisti, ci sono i presupposti per arrivare a numeri record entro la fine dell’anno.

Stranamente i paesi BRICS sono stati silenti fino a ora sul mercato obbligazionario

Le grandi banche fiutano l’opportunità

Secondo JP Morgan, entro la fine dell’anno il volume totale di emissioni di bond di paesi emergenti dovrebbe toccare i $160 miliardi. Pur essendo meno dei $235 miliardi presi in prestito durante l’emergenza Covid-19, si tratterebbe del secondo importo più alto della storia. Morgan Stanley fa notare che durante questi ultimi due anni, praticamente ogni paese sub-sahariano e la maggior parte dei paesi latinoamericani non hanno emesso nuovi bond. Una mossa che ora li ripaga con un credit spread -il divario tra il rendimento dei bond americani e quello di questi paesi- decisamente più basso rispetto a quello di due anni fa. Sempre Morgan Stanley offre nomi concreti di alcuni paesi con rendimenti interessanti: Angola, El Salvador, Kenya e Nigeria offrono tassi di rendimento superiori al 10% e stanno attraversando un periodo di rapido miglioramento dei dati macroeconomici.

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