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PCE secondo aspettative: nessun rischio per i tagli di settembre

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PCE secondo le aspettative negli USA, cosa che non dovrebbe spostare di una virgola le attese sui tagli all’inflazione, che dopo il discorso di Jerome Powell in quel di Jackson Hole sono ormai scontati, almeno per i 25 punti base. +0,2% PCE mese su mese, esattamente come da attese. PCE che è ormai da tempo l’indice dei prezzi ritenuto più interessante da Federal Reserve per capire a che punto si è nella lotta all’inflazione. Una lotta all’inflazione che è stata senza quartiere per più di un anno – sia in termini di rialzo dei tassi sia di riduzione del balance sheet – e che è ora è il momento di aggiustare, sempre stando a quanto ha riportato da Jackson Hole Jerome Powell.

Il dato però aiuta a svelare poco del vero arcano che sta tenendo sulle spine i mercati: si taglierà di 25 punti base – cosa ritenuta ampiamente più probabile – oppure si procederà con un taglio da 50 punti base, che i più razionali ritengono come emergenziale e per il momento non richiesto? Peseranno con ogni probabilità altri dati, che inizieranno ad arrivare già dalla prossima settimana.

Sarà il mercato del lavoro a decidere?

Sembrerebbe essere questa la preoccupazione principale, anche per Federal Reserve. Tuttavia è bene ricordare che con segnali di rimbalzo da parte dell’inflazione – eventuali e che non sono arrivati – sarebbe comunque difficile procedere con i tagli.

Dal PCE sono arrivate non notizie, che sono buone notizie in questa fase e che non sconfessano l’unica certezza che è attualmente presente sui mercati, ovvero che il 18 settembre si taglierà. Sul quanto in tanti sono pronti a scommettere che la partita non è ancora chiusa, per quanto 50 punti base facciano forse più paura dei 25 punti base che la razionalità comanderebbe in assenza di vere emergenze.

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