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Pemex-Talos Energy, raggiunto accordo per il giacimento Zama
Pemex, azienda petrolifera statale del Messico, e il consorzio guidato dalla società americana Talos Energy hanno presentato, nella giornata di ieri, un piano di sviluppo all’ente regolatore del Messico CNH per il giacimento di petrolio Zama. Pemex e il consorzio, che include Harbor Energy e Wintershall Dea, condividono infatti il progetto sul giacimento messicano.
Il piano presentato prevede la costruzione di due piattaforme offshore e la perforazione di 46 pozzi, nonché il trasporto di petrolio e gas al terminale gestito da Pemex a Dos Bocas, nello Stato del Tabasco, in Messico. L’azienda non ha specificato quando inizieranno le perforazioni o l’ammontare dell’investimento. Si prevede però che Zama raggiungerà i 180.000 barili al giorno di produzione, circa il 10% della produzione totale di petrolio del Messico.
Zama è il giacimento petrolifero più promettente scoperto da una società del settore privato in Messico da quando il settore E&P è stato aperto nel 2014. Si stima che il giacimento contenga circa 850 milioni di barili di petrolio ed è stato scoperto dal consorzio guidato da Talos nel 2017.
Una diatriba lunga parecchi anni
Mesi fa, Pemex aveva dichiarato di essere pronta ad investire miliardi di dollari nel grande giacimento petrolifero del Golfo del Messico, ma solo se il suo partner americano Talos Energy avesse accettato che sarebbe stata Pemex a gestire il progetto. Pemex, che detiene la maggioranza delle quote, è stata in conflitto per anni con Talos, che guida un consorzio privato: la disputa era addirittura giunta ad un punto tale da richiedere l’intervento dei governi, messicano e americano.
La compagnia petrolifera messicana affermava di voler gestire il progetto grazie alla sua esperienza e perché la sua sezione del blocco contiene la maggior parte delle riserve. Talos invece deteneva il 17,35% di Zama ed aveva chiesto di operare nella zona poiché il giacimento petrolifero era stato scoperto per la prima volta dall’azienda americana e dai suoi partner nel 2017, ma il Ministero dell’Energia messicano aveva assegnato le operazioni a Pemex nel 2021 dopo che le due parti non erano riuscite a raggiungere un accordo.
L’approvazione del piano di sviluppo del giacimento è l’ultimo passo prima che le aziende coinvolte nel progetto possano procedere con la finalizzazione dei loro investimenti. Ad agosto, l’amministratore delegato di Talos, Tim Duncan, aveva dichiarato che se le parti non fossero giunte ad un compromesso, Talos avrebbe chiesto un risarcimento ai sensi dell’accordo di libero scambio tra Stati Uniti, Messico e Canada USMCA.
L’importanza del giacimento Zama
Zama è considerato uno dei maggiori ritrovamenti di petrolio al mondo fatto da società private: il giacimento si trova al largo della costa messicana e si stima che contenga circa 850 milioni di barili di petrolio. Questo lo rende estremamente importante per l’industria petrolifera poiché la sua produzione potrebbe influenzare l’offerta e la domanda di petrolio a livello globale.
La riforma energetica del Messico, sotto l’ex presidente Enrique Peña Nieto, aveva aumentato il potere delle società private nel settore petrolifero. Tuttavia, il successore López Obrador ha sospeso l’assegnazione delle concessioni per i giacimenti petroliferi al suo ingresso in carica nel 2018: sotto la sua presidenza il Messico ha cercato di dare a Pemex, azienda statale, una quota maggiore del territorio petrolifero della nazione. Il presidente ha anche invertito le riforme energetiche fatte nel 2013 e nel 2014 dal suo predecessore che avevano consentito al consorzio guidato da Talos di fare la scoperta in primo luogo.
Giovedì era la scadenza per la presentazione del piano su Zama: l’approvazione dipenderà dalla disponibilità di CNH, attualmente impossibilitata a sedersi avendo solo tre commissari attivi poiché ne servono almeno quattro per tenere una sessione. Secondo Talos, il suo contratto di condivisione della produzione con Pemex le consentirà di recuperare i costi sostenuti durante le fasi di scoperta e valutazione del giacimento, destinando a tale scopo fino al 60% del valore degli idrocarburi estratti.