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Peso messicano: continua trend positivo | Tagli tassi non contano
Continuerà a essere il peso messicano la valuta contro la quale tutti hanno paura di scommettere. Dopo un anno che ha incoronato la valuta in questione come la più forte sulle piazze valutarie, anche il 2024 sembrerebbe essersi aperto nello stesso segno. E almeno a guardare i dati che arrivano dal mercato delle opzioni, per i prossimi tre mesi le attese sono di ulteriori rialzi. Questo nonostante siano attesi dei tagli ai tassi, per quanto su ritmi inferiori rispetto a quelli attesi in altri contesti emergenti.
Una valuta forte, segno al tempo stesso di un’economia forte, che arriva da un 2023 in stato di grazia che ha visto il peso battere record su record, superare resistenza su resistenza e navigare un momento molto complicato anche per le principali valute a livello mondiale. Un contesto che non sembrerebbe trovare almeno per il momento la definizione di un trend e di un percorso chiari, come emergerà dall’analisi delle altre principali economie e politiche monetarie che produrremo nel corso di questo approfondimento.
Ancora peso: un 2024 sulla scia del 2023?
Questi sembrerebbero essere i presupposti, almeno secondo il comportamento dei principali operatori di mercato, anche nelle ultime settimane. Il mercato delle opzioni, d’altronde, manda un segnale molto chiaro: nessuno sembrerebbe essere disposto a puntare contro il peso, con il sentiment che continua a essere fortemente bullish e positivo. A spingere la permanenza in questo contesto sono i tassi reali, tra i più alti al mondo, e che verranno con ogni probabilità tagliati nel corso dell’anno, per quanto su livelli inferiori rispetto a quanto ci si aspetti da parte di altre economie e di altre banche centrali.
Tutto questo anche mentre diversi dei modelli utilizzati dai principali allocator sembrerebbero segnalare uno stato di sovra-estensione della corsa del peso messicano, senza che però ci siano segni di possibile ritirata o correzione. Per avere maggiore contesto: il peso non era su livelli così alti nei confronti del dollaro USA dal 2015, una situazione che viene considerata da diversi analisti, compresi quelli di Bank of America, come estrema e come di eccessiva valutazione della divisa nazionale messicana.
Per la prossima settimana sono previsti tagli ai tassi, che al momento si trovano all’11,25%. Tagli che però sono stati con ogni probabilità già prezzati dai mercati e che saranno più lenti rispetto a controparti del mercato emergente e forse anche rispetto a Washington.
Una settimana interessante anche altrove
La prossima potrebbe essere la settimana decisiva anche a Tokyo, dove si attende il ritorno dei tassi di interesse in positivo, cosa che scriverebbe la parola fine sulla particolare politica monetaria di Bank of Japan. Non si ha ancora certezza di queste eventuale decisione di Kazuo Ueda, per quanto i tempi sembrino ormai a tutti o quasi maturi, date anche le pressioni che arrivano dai principali dati macro.
Difficile invece aspettarsi novità, anche in termini di dichiarazioni, tanto da Federal Reserve quanto dalla Banca Centrale Europea, entrambe impegnate in una lotta all’inflazione che non sembrerebbe essere stata ancora vinta e che presenterà delle sfide importanti anche per le prossime settimane e per i prossimi mesi. Una situazione complessivamente difficile e che continuerà a agitare le piazze del Forex.
In Cina, intanto, è stata confermata la volontà di operare in modo oculato in termini di politica monetaria, con lo stimolo necessario per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di crescita che arriverà probabilmente da investimenti diretti del governo centrale e da operazioni di natura fiscale. Anche a Pechino la preoccupazione principale è quella di sostenere il valore dello yuan sulle piazze internazionali, dopo un 2023 difficile a livello finanziaario per la Cina.