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Petrolio, chiesta la sospensione di 3 giacimenti norvegesi

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Gli ambientalisti hanno annunciato giovedì la loro richiesta di sospendere immediatamente lo sviluppo di tre giacimenti petroliferi offshore norvegesi, chiedendo un’ingiunzione alla corte contro il governo.

Greenpeace e Nature and Youth hanno dichiarato di aver presentato una richiesta alla Corte del Distretto di Oslo per mettere in attesa i campi petroliferi di Breidablikk di Equinor e Yggdrasil e Tyrving di Aker BP, sostenendo che il governo non ha valutato l’impatto climatico di tali progetti.

I due gruppi ambientalisti hanno affermato in una dichiarazione che le recenti approvazioni violano la Costituzione norvegese, gli impegni internazionali dei diritti umani della Norvegia e la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia.

Il Ministero dell’Energia norvegese ha espresso fiducia nel fatto che le approvazioni pertinenti non violino la legge e che siano state considerate le emissioni dirette e indirette derivanti dagli sviluppi dei singoli campi petroliferi.

Secondo Greenpeace e Nature and Youth il governo non ha valutato accuratamente l’impatto ambientale di questi progetti.

L’approvazione dei progetti

Il governo norvegese ha dato il via libera mercoledì allo sviluppo di 19 progetti offshore per petrolio e gas del valore di oltre 18,5 miliardi di dollari.

I progetti approvati includono lo sviluppo di nuovi campi, l’estensione di quelli già in produzione e investimenti mirati a migliorare il recupero delle risorse nei campi già in funzione, come dichiarato dal Ministero norvegese del Petrolio e dell’Energia. Le principali società coinvolte in questi progetti sono Aker BP, Equinor, Wintershall Dea e OMV.

Secondo il Ministro del Petrolio e dell’Energia, Terje Aasland, questi nuovi investimenti nel settore del petrolio e del gas creeranno posti di lavoro e genereranno valore per la Norvegia, contribuendo anche alla sicurezza energetica dell’Europa.

Inoltre, si prevede che tali progetti favoriranno lo sviluppo di competenze e costituiranno una base per futuri progressi tecnologici. Questi progressi saranno fondamentali per promuovere lo sviluppo di settori a basse emissioni di carbonio, come la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS), l’idrogeno e l’energia eolica offshore, come sottolineato da Aasland.

Dopo che la Russia ha interrotto la maggior parte delle forniture di gas naturale tramite gasdotti a seguito dell’invasione dell’Ucraina, la Norvegia è diventata il principale fornitore di gas naturale all’Europa, per questo motivo il governo continua a spingere per nuove scoperte nel mare di Barents.

Intanto la Norvegia continua a spingere per nuove esplorazioni di giacimenti di petrolio e gas nel mar Artico.

L’opposizione degli ambientalisti

La produzione di petrolio della Norvegia suscita una forte opposizione da parte degli ambientalisti e di coloro preoccupati dal contributo delle emissioni di carbonio derivanti dalla combustione di petrolio e gas ai cambiamenti climatici.

Nel 2021, l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha affermato che nessun nuovo progetto di estrazione di combustibili fossili è compatibile con il limite di riscaldamento globale di 1,5°C.

Immediatamente dopo l’annuncio, i sostenitori della causa hanno dichiarato di voler portare in tribunale la decisione riguardante tre dei 19 giacimenti, sostenendo che violino la costituzione norvegese e gli accordi internazionali sui diritti umani. Il responsabile di Greenpeace in Norvegia, Frode Pleym, ha affermato che il governo sta ignorando apertamente le questioni climatiche, la scienza e persino la stessa Corte Suprema nel tentativo di accontentare l’industria petrolifera.

I tre giacimenti che sono oggetto di controversie legali da parte dei sostenitori della causa sono Yggdrasil, Tyrving e Breidablikk. I sostenitori della causa affermano che le valutazioni dell’impatto ambientale di questi giacimenti sono insufficienti o inesistenti e hanno richiesto un’ingiunzione legale per bloccarne la costruzione.

Questi giacimenti sono stati scelti come oggetto di contestazione legale in quanto i sostenitori della causa ritengono che siano i casi più solidi dal punto di vista giuridico, poiché riguardano nuove infrastrutture e sono incentrati sul petrolio anziché sul gas.

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