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La Norvegia accelera le trivellazioni nell’Artico

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Written by Moreno La Guardia
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Le principali compagnie norvegesi di petrolio e gas stanno riprendendo i piani per esplorare le acque artiche, mentre il governo spinge per nuove scoperte nel Mare di Barents, al fine di garantire il futuro del paese come fornitore energetico chiave per l’Europa.

La scorsa settimana il ministro norvegese del petrolio e dell’energia Terje Aasland ha invitato le compagnie petrolifere e del gas ad adempiere alla loro “responsabilità sociale” e trovare più risorse di gas naturale nel Mare di Barents.

Il Mare di Barents, che si stima contenga oltre il 60% delle risorse idrocarburiche non scoperte della Norvegia, è stato a lungo considerato il futuro dell’industria del petrolio e del gas del paese. Tuttavia, i successi dell’esplorazione sono stati limitati e la mancanza di infrastrutture ha reso difficile lo sviluppo.

Immagine di copertina, "Petrolio e Gas, La Norvegia vuole accelerare le trivellazioni nell'Artico", sfondo dell'oceano artico.
Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, la Norvegia è diventata il principale fornitore di gas dell’Europa.

La Norvegia è il maggiore fornitore di gas dell’Europa

Negli ultimi anni sono aumentati sempre di più i dubbi sull’idea che tutte queste risorse inutilizzate sarebbero state alla fine prodotte ed esportate. L’invasione della Russia in Ucraina ha cambiato tutto. La Norvegia è diventata il principale fornitore di gas naturale dell’Europa e sta subendo una crescente pressione per pompare più carburante ai suoi vicini, poiché il continente sta tagliando completamente i suoi legami energetici con Mosca.

Aasland ha dichiarato che che il governo preferirebbe aiutare l’industria del Mare di Barents poiché la Norvegia deve sviluppare e non liquidare la sua industria petrolifera.

Oltre ad essere un ambiente particolarmente ostico, il Mare di Barents pone un altro ostacolo allo sviluppo di risorse di petrolio e gas: il nord manca delle infrastrutture nelle aree più sviluppate che renderebbero più facili gli spostamenti e lo sviluppo delle risorse. Nonostante ciò gli operatori del settore non sembrano avere intenzione di arrendersi.

Il CEO di Barents Var Energi, Torger Rod, in un’intervista ha detto a Bloomberg che se si vuole mantenere l’attuale produzione è fondamentale esplorare di più e trovare più pozzi da sfruttare.

Immagine dell'oceano artico.
Si stima che il Mare di Barents contenga oltre il 60% delle risorse idrocarburiche non scoperte della Norvegia.

Le missioni di esplorazione aumentano

Intanto le missioni di esplorazioni aumentano così come le nuove scoperte. A marzo, Var Energi ha confermato la scoperta di petrolio nel pozzo Countach a nord-ovest di Hammerfest vicino a Goliat, uno dei due giacimenti di petrolio e gas operativi nel Mare di Barents.

Equinor, che recentemente ha completato l’acquisto di Suncor Energy, prevede di avviare la produzione dal giacimento di Johan Castberg nel Mare di Barents alla fine del 2024 e sta puntando anche sull’acquisto di più licenze di esplorazione nell’Artico.

All’inizio di quest’anno, il Ministero norvegese del petrolio e dell’energia ha proposto di includere aree aggiuntive nel Mare di Norvegia e nel Mare di Barents nel prossimo ciclo di licenze per gli Awards in predefined areas (APA) che dovrebbero essere assegnati all’inizio del 2024.

La vicepresidente per l’esplorazione e la produzione del nord di Equinor, Grete Birgitte Haaland, ha ribadito a Bloomberg l’importanza del nord per la compagnia, aggiungendo che l’azienda ha intenzione di esplorare sempre di più.

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