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Pimco lancia l’allarme, soft landing non garantito

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Il più grande gestore al mondo di fondi che si occupano principalmente di bond non sembra essere granché d’accordo sull’ottimismo che pervade i mercati. L’ottimismo di cui parliamo è quello relativo alla capacità delle banche centrali di evitare una recessione nonostante manovre restrittive che non si erano mai viste prima con questa intensità e con questa ripidità. A parlare è infatti Pimco, che tramite il suo Chief Investment Officer consegna ai mercati un messaggio di prudenza.

Sul tavolo il soft landing, l’atterraggio morbido che prima era soltanto wishful thinking di Jerome Powell e che ora invece si è trasformato in una sorta di certezza per i mercati, per quanto abbiano difficoltà a considerarlo in questi canoni. Non è detto, dicono da Pimco, che ci sarà il soft landing. E non è neanche detto che gli effetti sull’economia reale delle manovre delle principali banche centrali non inneschino una recessione. Un messaggio in controtendenza e che dunque merita di essere analizzato, data anche l’autorevolezza della fonte, da parte di chi fa trading o investe.

Atterraggio soft o di fortuna?

Incertezza sul soft landing

L’aereo sta facendo fatica a mantenere il controllo, dopo un anno terribile sul fronte dell’inflazione e anche in termini di costo del capitale. E sul fatto che sia in grado di effettuare un atterraggio morbido, permangono preoccupazioni importanti. A farsene portavoce è Daniel Ivascyn, che per Pimco – il più grande gestore dei fondi che si impegnano nel settore obbligazionario – è Chief Investment Officer.Le preoccupazioni di Ivascyn sono facili da riassumere: più alto è il numero di rialzi, più alta è l’incertezza tanto sul soft landing, quanto sul lag, sul ritardo della trasmissione delle decisioni di politica monetaria ai mercati.

In breve, la preoccupazione principale è che quanto fatto negli scorsi mesi da Federal Reserve, da BCE e dalle altre principali banche centrali (fatta esclusione per Pechino, che però ha altri problemi)) non abbiano ancora dispiegato tutto il loro potenziale recessivo.E che dunque i mercati siano ancora ottenebrati dall’ottimismo irrazionale che spesso – e non sempre a torto – gli viene imputato.

I mercati, aggiunge Ivascyn, sono troppo ottimisti sulle capacità e le possibilità per le banche centrali di fare fine tuning, di sistemare dettagli al fine di ottenere un risultato positivo. Un risultato positivo, aggiungiamo noi di TradingOnline.com, che dovrebbe arrivare al termine di un ciclo restrittivo che non si era mai visto prima per questa intensità.

E se i mercati si sbagliassero? Parla Pimco

Non siamo arrivati al picco

Il consenso sui tassi di interesse, d’altronde, è chiaro. Tutti i governatori delle principali banche centrali hanno sottolineato la necessità di fare ancora di più per contenere l’inflazione, per quanto ormai il grosso del lavoro sia stato svolto.

Questo vuol dire che per ciascuna delle principali economie mondiali ci si attendono, per quanto contenuti, altri rialzi.

Ed è in virtù di queste aspettative che dovrebbero formarsi i comportamenti dei mercati di oggi. Cosa che, secondo Pimco e anche secondo chi vi scrive, non si è ancora materializzata.

Per chi investe dunque è consigliata la massima attenzione e la massima prudenza, una gestione ancora più articolata del portafoglio e, possibilmente, il ricorso a strutture di ordine in grado di prendersi cura anche di cambi di trend e di attitudine repentini.

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