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Powell ammette che l’inflazione USA è più ostinata del previsto: niente tagli dei tassi a breve
Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ritiene che in questo momento non ci siano i presupposti per poter tagliare i tassi d’interesse o per immaginare che una mossa di questo tipo possa arrivare a breve. Il vertice della Fed ha reso chiaro questo concetto di fronte ai banchieri presenti all’evento annuale della Foreign Bankers’Association ad Amesterdam. Il capo della banca centrale statunitense ha sottolineato che l’inflazione si sta rivelando più ostica del previsto, continuando a scendere a un ritmo più basso rispetto a quello che la Federal Reserve aveva preventivato.
Per quanto possa sembrare una scelta che influenza esclusivamente il dollaro americano e le Borse statunitensi, questo è un tema che in realtà riguarda tutti i mercati e particolarmente da vicino quelli europei. Infatti gli analisti ritengono che le scelte della Banca Centrale Europea in materia di politica economica saranno ancorate a quelle della Federal Reserve: la BCE potrebbe iniziare ad abbassare i tassi prima della Fed e quasi certamente lo farà, ma la quantità di tagli che potranno avvenire nel corso del 2024 sarà limitata se negli Stati Uniti i tassi non cominceranno a scendere. Se così non fosse, si verrebbero a creare degli squilibri nel cambio EUR/USD che potrebbero rivelarsi particolarmente problematici per le imprese europee. Considerando che da poco gli USA sono tornati a essere i principali partner commerciali della Germania, nessuno vorrebbe un euro troppo debole in questo momento.
Powell cauto sulla materia dei tassi
Powell ha indicato la pazienza come la strada che la Fed intende seguire in questo momento. Da una parte il presidente della Fed continua a ribadire che quasi certamente non ci saranno aumenti dei tassi d’interesse nel corso dei prossimi mesi, ma allo stesso tempo fa notare che ci vorrà tempo prima di vedere il tasso d’inflazione rispondere completamente alla politica monetaria. Questo è anche un frutto della spesa pubblica molto al di sopra della media storica, che parzialmente vanifica gli sforzi fatti dalla banca centrale con i tassi.
La Federal Reserve rimane ottimista sul fatto che il tasso d’inflazione, nel corso del 2024, continuerà a scendere rispetto allo scorso anno. Questa discesa però potrebbe essere troppo lenta per permettere un calo dei tassi d’interesse già quest’anno. Il fatto che la comunicazione sia arrivata proprio a un convegno internazionale potrebbe servire da monito alle altre banche centrali, nel caso in cui vogliano adattare le proprie decisioni a quelle della Fed. I mercati hanno mostrato un aumento significativo della volatilità dopo la notizia, con i Treasuries che hanno subito visto un aumento dei rendimenti.
Inflazione ancora alta per i produttori
Le dichiarazioni di Powell sono arrivate a poche ore dalla pubblicazione del dato sull’inflazione misurata dal lato dei produttori. Questa rilevazione tiene in considerazione l’aumento dei prezzi dei fattori produttivi, come i salari e le materie prime, per misurare quanto effettivamente le imprese stiano spendendo per la loro produzione. Dal momento che le imprese tendono poi a passare questo aumento sui consumatori, è un dato che anticipa le possibili oscillazioni future dell’inflazione misurata dal lato dei cittadini. I prezzi negli Stati Uniti sono aumentati mediamente dello 0,5% su base mensile, un dato estremamente alto dovuto soprattutto all’inflazione legata ai servizi. Questo fa pensare che, ancora una volta, nei prossimi mesi si possa avere un dato sopra le attese per il tasso d’inflazione convenzionale.