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Premio Nobel per l’economia 2024: lo vincono Simon Johnson, James Robinson e Daron Acemoglu

Simon Johnson, James Robinson e Daron Acemoglu vincono il premio Nobel per l’economia 2024. Vediamo il perché.

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Assegnato il premio Nobel per l’economia 2024 a tre accademici statunitensi. A riceverlo sono stati Simon Johnson, James Robinson -entrambi anglo-americani – e Daron Acemoglu, turco-americano, i quali hanno portato a termine una ricerca che ha esplorato le conseguenze della colonizzazione e l’impatto che questa ha avuto sulle disuguaglianze globali che persistono ancora oggi, soprattutto nei paesi in cui imperversa la corruzione e la dittatura.

Simon Johnson, James Robinson e Daron Acemoglu hanno vinto il premio Nobel per il loro lavoro su come si formano le istituzioni e come queste influenzano la prosperità. Jakob Svensson, presidente del comitato per il premio in scienze economiche, ha spiegato che ridurre le grandi differenze di reddito tra i Paesi è una delle sfide più grandi del nostro tempo.

Ma entriamo un po’ più nel dettaglio.

Premio Nobel a Simon Johnson, James Robinson e Daron Acemoglu

Il premio Nobel per l’economia è arrivato il giorno successivo alla diffusione di un rapporto stilato dalla Banca Mondiale nel quale era stato messo in evidenza che i 26 paesi più poveri del mondo – nei quali vive il 40% della popolazione più povera – sono fortemente indebitati. Il rapporto ha messo in evidenza, inoltre, come ci sia stata un’importante inversione di tendenza nella lotta contro la povertà.

Il premio Nobel per l’economia – o più correttamente il premio Sveriges Riksbank in Scienze Economiche in Memoria di Alfred Nobel – è l’ultimo ad essere assegnato nel 2024: corrisponde a 11 milioni di corone svedesi, pari a 1,1 milioni di dollari.

Daron Acemoglu ha spiegato che i dati raccolti dai gruppi pro-democrazia mostrano che le istituzioni pubbliche e lo stato di diritto in molte parti del mondo sono attualmente indeboliti. Secondo Acemoglu, la crescita autoritaria è spesso più instabile e in genere non porta a innovazioni molto rapide e originali.

Simon Johnson ha dichiarato che le istituzioni degli Stati Uniti sono state sotto pressione quando Donald Trump si rifiutò di riconoscere la sconfitta alle elezioni del 2020. Johnson ritiene che questa sia la preoccupazione più grande che vede nel mondo industrializzato ed ha aggiunto che le elezioni presidenziali del 5 novembre sono state un serio stress test per la democrazia statunitense.

Acemoglu e Johnson lavorano al Massachusetts Institute of Technology, mentre Robinson è all’Università di Chicago.

Il rovesciamento di fortuna

La ricerca che ha portato alla vittoria del premio Nobel per l’economia ha dimostrato come la colonizzazione europea abbia avuto impatti drammatici ma divergenti in tutto il mondo, a seconda che il colonizzatore si concentrasse sull’estrazione di risorse o sulla creazione di istituzioni a lungo termine a beneficio dei migranti europei.

Questo ha determinato un rovesciamento di fortuna in cui le ex colonie un tempo ricche diventarono povere, mentre alcuni paesi più poveri (in cui spesso vennero create delle istituzioni) alla fine riuscirono a ottenere una certa prosperità generalizzata proprio grazie alla loro creazione.

Altra importante scoperta riguarda quanto fosse pericoloso colonizzare un’area: maggiore era la mortalità tra i coloni, minore è l’attuale produzione pro capite, un indicatore di prosperità.

Il premio Nobel per l’economia non è uno dei premi originali creati nel testamento dell’inventore della dinamite e imprenditore Alfred Nobel e assegnati per la prima volta nel 1901, bensì un’aggiunta successiva istituita e finanziata dalla banca centrale svedese nel 1968.

Tra i vincitori delle passate edizioni figurano pensatori influenti come Milton Friedman, John Nash (interpretato dall’attore Russell Crowe nel film del 2001 A Beautiful Mind) e, più di recente, l’ex presidente della Federal Reserve statunitense Ben Bernanke.

La ricerca sulla disuguaglianza è stata ampiamente premiata negli ultimi anni. L’anno scorso, Claudia Goldin ha vinto il premio Nobel per il suo lavoro che evidenziava le cause della disuguaglianza salariale e del mercato del lavoro tra uomini e donne.

Nel 2019, gli economisti Abhijit Banerjee, Esther Duflo e Michael Kremer hanno vinto il premio per il loro lavoro nella lotta alla povertà.

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