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Puntare sulla Cina tramite il lusso | Il nuovo trend per chi…
La Cina ha bruciato 2 miliardi di capitalizzazione in borsa nel solo 2023. Gli outflow dagli ETF che puntano su questo mercato sono di proporzioni importanti e sembra che in pochi siano disposti a scommettere, almeno per ora, sulle aziende della Repubblica Popolare. C’è chi però scommette su una possibile ripresa – e nel farlo però cerca esposizione passando da un canale piuttosto particolare. Secondo quanto è stato riportato da Financial Times, starebbe crescendo l’attenzione verso i titoli del lusso principalmente europei, anche come proxy per puntare su un’eventuale ripresa della Cina, della sua spesa in consumi voluttuari e più in generale dell’outlook su Pechino.
Il ragionamento sarebbe il seguente: il rischio di esporsi direttamente verso le azioni cinesi è troppo elevato. Meglio puntare sui titoli del comparto lusso, che dipendono per circa il 25% dalle vendite… in Cina. E se la Cina dovesse offrire il tanto atteso rimbalzo, questi titoli non potranno che guadagnarne.
Le scommesse indirette sulla Cina
Il 2023 è stato un anno di crescita, per la Cina, ma lontana da quei ritmi e lontana da quegli outlook ai quali Pechino aveva abituato i mercati. La narrativa imposta da una guerra commerciale con Europa e USA non ha certamente aiutato, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Complici anche diversi problemi interni, le borse di Shanghai e Shenzhen sono state tra le peggiori del 2023, con capitali in fuga, tanto stranieri quanto nazionali. Altro segno di questa scarsa attrattiva dei titoli cinesi è la grande popolarità di certi ETF, sempre sulle piazze cinesi, che replicano l’andamento dei principali indici USA e Giappone. ETF popolari al punto tale da aver richiesto per le quote un premium anche del 40% rispetto al valore degli asset in gestione.
In un quadro del genere, che ha visto la narrativa negativa prendere sempre più campo, c’è chi però crede che potrebbe esserci un’inversione di tendenza. E come racconta Financial Times però, non riterrebbe le azioni cinesi e gli indici sufficientemente privi di rischio, pur desiderando esposizione. La soluzione? ETF, indici e azioni del settore lusso, che dipendono per almeno un quarto dei ricavi dal mercato cinese e che ne seguiranno dunque, per quanto in misura minore, l’andamento dell’economia cinese.
Sono in diversi tra fondi e gestori di capitali altrui che stanno aumentando le scommesse su questo settore, che poi vuol dire aumentare le scommesse su alcuni dei titoli più importanti delle piazze europee, a partire da LVMH.
Il sentiment dei diretti interessanti
Durante la scorsa settimana c’è stato un importante intervento del CEO di Hermes, che si è detto scettico sulle profezie di sventura di lungo periodo sulla Cina. E al contempo ha provato a convincere gli investitori che il periodo non felice di certe azioni del settore lusso sia stato più frutto di preoccupazioni esagerate che di fondamentali che mancherebbero. Torna dunque un timido ottimismo, ovvia reazione a narrative di sventura che anche noi su queste pagine abbiamo trovato, in alcuni momenti, eccessivamente apocalittica.
Che si prepari un movimento simile a quello visto negli USA e che fondamentalmente ha azzerato le scommesse dei profeti di sventura? Parlerà certamente il mercato e parleranno coloro i quali con la loro esposizione contribuiranno a orientarlo.
Per ora la vera scommessa low risk di chi vuole puntare sulla Cina è dunque quella sui titoli del lusso europeo, in particolare LVMH e quelli che compongono il popolare indice STOXX Europe Luxury 10, ovvero Kering, Ferrari, Richemont, Hermes, Moncler, EssilorLuxottica, Burberry, Cucinelli, Dior. Titoli da tenere sotto osservazione se questo trend dovesse essere confermato, e in particolare se la Cina dovesse dare segni di ripresa.