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Qatar pronto ad aumentare la produzione di gas naturale

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Malgrado i prezzi del gas naturale a livello mondiale continuino a calare, il Qatar sembra totalmente convinto di voler lavorare per aumentare la produzione. L’obiettivo è soprattutto competere con gli Stati Uniti e magari approfittare del vuoto di mercato lasciato dalla recente decisione dell’amministrazione Biden, che ha deciso di sospendere l’approvazione delle licenze per l’export di gas naturale in corso di revisione e di quelle che verranno presentate in futuro. A dare questo annuncio è stata direttamente QatarEnergy, che ha deciso di procedere con un piano per portare la capacità di export nazionale a 142 milioni di tonnellate all’anno, ovvero 16 milioni di tonnellate in più rispetto ai livelli attuali.

Il Qatar è già uno dei principali esportatori di gas naturale al mondo, avendo anche firmato il contratto più grande della storia alcuni mesi fa con un’impresa cinese. Storicamente il gas qatariota è sempre stato diretto verso l’Asia, dal momento che l’Europa era servita in prevalenza dalla fitta rete di gasdotti russi. Ora che l’equilibrio del mercato è cambiato, però, QatarEnergy riconosce l’opportunità di spingere sull’acceleratore per trovare nuovi clienti in mercati che ora serve solo parzialmente. Considerando che la Germania ha appena inaugurato un nuovo hub per il gas naturale liquefatto e si appresta ad aprirne un altro nelle prossime settimane, il momento è strategico per assicurarsi contratti di fornitura.

Il Qatar è il terzo esportatore mondiale di gas naturale

Una visione a lungo termine

Saad al-Kaabi, CEO di QatarEnergy, non ha dubbi sul fatto che il gas naturale rimarrà essenziale anche a discapito di tutti gli sforzi per la transizione energetica. Parlando in una conferenza a Doha, dove è anche stato annunciato il piano di espansione della capacità di export, il vertice dell’industria degli idrocarburi qatariota ha detto che la nazione rimarrà fortemente coinvolta nel settore del gas per almeno 50 anni. Questo anche in virtù del fatto che i mercati asiatici continuano a crescere, e questa crescita ancora oggi è fortemente legata ai combustibili fossili. Inoltre ha comunicato che QatarEnergy farà tutto il possibile per continuare ad aumentare la sua capacità di export. Rallentare, dunque, non è un’opzione.

L’espansione della produzione dovrebbe essere legata a un’espansione del progetto di estrazione North Field, uno dei più importanti hub per la produzione di gas naturale al mondo. Attualmente vengono estratte qui 77 milioni di tonnellate di gas all’anno, ma il piano sarebbe quello di espandere la produzione del 85% entro la fine di questo decennio. Tutto il gas verrà esportato sotto forma di GNL, cioè liquefatto. Il Qatar ha investito moltissimo sulle tecnologie di stoccaggio e trasporto del GNL nel corso degli anni, costruendo gli impianti più tecnologicamente avanzati per maneggiare questa commodity.

Il prezzo del gas naturale è calato di oltre il 50% nell’ultimo anno

Australia e Russia seguono la stessa strategia

Il Qatar non è un caso isolato: sembra che tutti i principali esportatori di gas naturale al mondo stiano lavorando attivamente per aumentare la produzione, inclusi Russia e Australia. Da una parte c’è la consapevolezza che i mercati asiatici, tra i principali importatori al mondo, stanno continuando a crescere sia sul fronte economico che demografico; dall’altra parte c’è la paura che in futuro il gas naturale venga reso inutile dalla transizione energetica, per cui il prezzo potrebbe continuare a diminuire sul lungo termine. Tutto ciò chiaramente porta a un aumento generale della produzione che già oggi si riflette sui prezzi, ormai ben lontani da quelli dell’inverno dello scorso anno.

Per capire il livello di investimenti che stanno andando nella produzione di gas qatariota, Kaabi non ha saputo fornire delle stime precise ma ha già spiegato che si tratta di un’operazione nell’ordine dei miliardi di dollari. La competizione tra fornitori sta portando a una corsa all’aumento dei volumi, in cui le grandi società mediorientali partono avvantaggiate grazie ai loro grandi capitali liquidi disponibili.

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