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Gas, la Russia bussa all’UE per il vuoto lasciato dagli USA

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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In appena 24 ore sono accaduti due eventi che potrebbero cambiare ancora una volta il mercato del gas naturale in Europa. La prima notizia è che gli Stati Uniti, per decisione del presidente Biden, hanno deciso di sospendere l’approvazione di tutte le licenze all’esportazione di gas naturale liquefatto (GNL). Gli esportatori che hanno già ottenuto una licenza potranno continuare la loro attività, ma ci sarà uno stop a tutte le nuove licenze -incluse quelle già in corso di revisione-. La notizia è arrivata sulla scia di una forte pressione da parte degli ambientalisti, in un momento in cui l’amministrazione deve fare i conti con il supporto politico in vista delle prossime elezioni di novembre.

Nel frattempo la Russia bussa alla porta dell’Unione, che si trova a essere tra le aree più colpite dalla nuova decisione americana. Alla fine di quest’anno scadrà l’accordo che prevede la possibilità di portare il gas russo in Europa attraverso i gasdotti ucraini, ed è tempo di trovare delle soluzioni. Soluzioni che, molto probabilmente, non prevederanno una collaborazione dei tratti di gasdotti che si trovano in Ucraina. Due gatte da pelare molto importanti per l’Unione Europea, che dovrà fare i conti con una situazione geopolitica particolarmente difficile nella sua missione di continuare a mantenere aperti i rubinetti del gas. Inoltre è molto probabile che nelle prossime settimane le quotazioni dei futures cominceranno ad adattarsi a questo nuovo scenario.

presentazione della notizia su USA che bloccano nuove licenze per export di gas liquefatto
Le ultime 24 ore hanno messo in dubbio le forniture di gas dirette verso l’Europa

Biden ferma le nuove licenze all’export di GNL

Da quando l’Unione Europea ha iniziato a cercare di tagliare i ponti con il gas russo in risposta all’invasione dell’Ucraina, gli Stati Uniti sono stati un partner fondamentale grazie alle loro forniture di gas liquefatto. Anche se più costose rispetto a quelle provenienti dai gasdotti russi, queste forniture hanno consentito all’Europa di tornare in tempi relativamente brevi a ricostituire le scorte di gas. Ora, la Casa Bianca ha deciso che tutte le licenze in attesa di approvazione e tutte le future richieste di licenze saranno messe in pausa. Prima di prendere una decisione finale, gli Stati Uniti vogliono verificare quale sia l’impatto energetico, ambientale ed economico di queste forniture.

Jennifer Granholm, Segretaria all’Energia, ha già spiegato che ci vorranno mesi prima che l’amministrazione sia pronta a prendere una decisione finale. Joe Biden ha fatto sapere che questa scelta arriva in risposta all’esigenza di prendere sul serio la crisi climatica, considerando che il GNL ha un impatto ambientale particolarmente alto. Gli Stati Uniti sono diventati il principale esportatore al mondo di questa materia prima nel corso degli ultimi due anni e le società europee hanno stabilito importanti contratti di fornitura con gli USA.

foto di una nave che trasporta GNL lasciando il porto
Il processo di liquefazione e rigassificazione ha un alto impatto climatico

Nel frattempo si fa avanti la Russia

Il Ministro dell’Energia russo ha invitato le nazioni europee a un tavolo di discussione, per parlare di un tema essenziale nella stabilità del mercato europeo dell’energia: l’accordo sul transito di gas naturale. Nel 2019, Kiev e Mosca hanno sottoscritto un accordo di 5 anni per fare in modo che i gasdotti russi potessero passare attraverso l’Ucraina e trasportare il gas verso l’Europa.

In cambio la Russia paga l’Ucraina per questa concessione, ed è un accordo che viene rispettato ancora oggi malgrado la guerra tra le due nazioni. L’export verso l’Europa si è dimezzato rispetto al pre-guerra, ma è ben lungi dall’essere azzerato. La Russia si dice disponibile a rinnovare il patto o a esplorare delle soluzioni per continuare a esportare gas verso i paesi europei. Viste le nuove decisioni dell’amministrazione Biden, il gas russo è diventato ancora più critico nel sistema di approvvigionamento dell’Unione. Per il momento da Bruxelles non c’è stata risposta, ma l’accordo attuale scadrà comunque a fine anno.

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