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Rame, rally del prezzo per stimolo economico atteso in Cina
Il prezzo del rally a luglio segna il suo maggior rialzo mensile da gennaio a oggi. La quotazione del prezzo del rame è aumentata di oltre il 6% in un singolo mese, indicando forti attese di ripresa della domanda di mercato. Il prezzo di questo metallo è strettamente legato alla domanda industriale e alla produzione manifatturiera. Con i tassi di interesse in aumento in Europa e negli Stati Uniti, combinati con una ripresa economica molto stentata in Cina, il prezzo del rame ha visto essenzialmente un trend ribassista durare per tutta la prima metà del 2023.
La seconda metà dell’anno, però, potrebbe rivelare una ripresa del prezzo. In particolare si guarda alla Cina, il cuore pulsante della produzione manifatturiera del mondo, dove è possibile che un’inversione di tendenza nell’economia reale porti a un’inversione di tendenza anche sul mercato del rame. Si parla soprattutto della possibilità che, dopo la riunione del Politburo di fine luglio, il governo cinese annunci forti misure di intervento nell’economia per stimolare la produzione industriale e i consumi.
Si è parlato di questo atteso intervento pubblico nell’economia cinese per ormai diverso tempo, soprattutto in virtù del fatto che il tasso di inflazione è estremamente basso e permette di iniettare liquidità nell’economia. Per il mercato del rame e dei metalli industriali in generale, questo potrebbe essere il punto di partenza per un nuovo trend rialzista.
Il mercato dei metalli industriali guarda verso la Cina
Tagli alle previsioni di crescita per i prossimi anni, calo dei prezzi del mercato immobiliare, fiducia dei consumatori che rimane estremamente bassa: questa è attualmente la situazione dell’economia cinese. Una situazione che va avanti da quando la Cina ha riaperto la propria economia tra fine dicembre e gennaio, rimuovendo le restrizioni connesse alla pandemia e riaprendo la nazione al commercio internazionale. Gli analisti si aspettavano una forte ripresa dell’economia dopo questa notizia, una ripresa che però ha continuato a faticare fino a oggi.
Adesso i mercati sembrano attendersi che il governo cinese decida per un forte stimolo economico, probabilmente sotto forma di incentivi alle imprese e stimoli alla classe media. Questo dovrebbe permettere all’economia di accelerare sul fronte industriale, spingendo le imprese manifatturiere ad aumentare le richieste di forniture. Sia il prezzo del rame che quello dell’acciaio stanno reagendo in modo visibile a tutte le novità che arrivano dalla Cina, soprattutto quando Xi Jinping parla di economia. Le settimane di attesa iniziano però ad accumularsi senza che ci sia ancora un piano concreto per dare nuova linfa vitale alle imprese cinesi.
Guardando oltre al mercato dei metalli industriali, anche il prezzo del petrolio ha registrato una forte performance a luglio sulla scia di previsioni per una maggior domanda da parte del mercato cinese. Le attese si stanno accumulando e i prezzi lo riflettono.
Discorso inverso per i metalli preziosi
Uno dei mercati che ha avuto l’apertura peggiore nel mese di agosto è stato quello dei metalli preziosi, che invece mostrano un andamento molto più ribassista rispetto a quelli industriali. Principalmente per via dell’inflazione in calo e del rischio di recessione che sta scemando, soprattutto negli Stati Uniti, portando gli investitori a puntare su altri strumenti come le azioni. Inoltre il rendimento dei bond rimane elevato, attirando gli investitori verso il mercato monetario piuttosto che verso quello dei beni rifugio. Diverse variabili puntano al fatto che la domanda di metalli preziosi stia diminuendo.
Guardando all’andamento delle azioni connesse all’estrazione di oro e argento, SilverCrest Metals è stata la società peggiore con una performance del -22% nella prima giornata di scambi di agosto. Molte altre tra le 100 imprese più importanti del settore hanno avuto una performance tra il -3% e il -12%, indicando un sentiment molto ribassista per il comparto in generale. Nel frattempo, la quotazione Comex dell’oro ha chiuso la prima giornata di scambi in calo del 1.5% a 1.940.70$ per oncia. Il mercato dei metalli mostra dunque una spaccatura, con gli investitori che stanno comprando la possibilità di un intervento cinese nell’economia e vendendo la paura di una recessione nelle principali economie sviluppate.