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Ray Dalio preferisce la liquidità. Zero interesse verso titoli di debito

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Alla lista di scettici sulle più comuni letture macro di queste ultime settimane si aggiunge anche Ray Dalio, investitore leggendario e fondatore di Bridgewater Associates. Durante l’Asia Summit organizzato da Milken Institute, il popolare investitore ha reiterato la sua preferenza per posizioni cash rispetto alle obbligazioni, per quanto questi titoli siano diventati, per una parte rilevante degli analisti, attrattivi con l’avvicinamento a quello che si ritiene un picco per i tassi di interesse.

Ray Dalio ha abituato la sua audience a opinioni contro-corrente e la sua più recente posizione non stupirà granché i mercati. Sarà però necessario, tenendo conto della rilevanza dell’opinionista e dell’opinione, analizzare quanto è stato detto anche al fine di valutare eventuali cambiamenti nelle posizioni di breve e medio periodo sui mercati. Al centro della discussione non solo i bond, ma anche la possibilità che le banche centrali abbiano successo nel riportare l’inflazione in target al 2%. Scetticismo che in realtà non è nuovo per i mercati, almeno tra gli analisti che manifestano altrettanto scetticismo verso la possibilità di un soft landing.

Ray Dalio non è convinto dai long sui bond

Ray Dalio preferisce posizioni cash

Ray Dalio non sembra essersi fatto tentare dalle sirene che arrivano dal settore dei bond. Durante un’importante kermesse a Singapore, il leggendario investitore ha infatti ribadito di non avere granché interesse nel detenere titoli di debito, che si tratti di obbligazioni o similari. Essendo pur sempre Ray Dalio, ha anche aggiunto delle proiezioni non incoraggianti sul futuro dell’economia globale e sui rischi sistemici che potrebbero presentarsi in un futuro non così lontano.

L’idea di fondo di Dalio è che quando una fetta importante delle economie è costituita da debito, i problemi possono moltiplicarsi e accelerare – e potremmo essere, secondo l’opinione di Dalio, proprio davanti ad un possibile punto di svolta.

Sul banco degli imputati le dimensioni del deficit accumulato da Washington, che comporterà la necessità di vendite corpose anche da parte della banca centrale – con una difficoltà crescente a offrire dei tassi di interesse appetibili per gli investitori, dato che al tempo stesso la situazione dovrà essere controbilanciata con la necessità di tenerli sufficientemente bassi da non creare rischi per la tenuta dei conti. Un gioco di equilibri che, almeno dal punto di vista di Ray Dalio, sembrerebbe essere sempre più difficile.

Ray Dlio ha parlato da Singapore

L’inflazione potrebbe tornare

Potrebbe esserci un ritorno dell’inflazione come conseguenza dei problemi di cui sopra. Le banche centrali, di fronte alla difficoltà nel raggiungere l’equilibrio di cui sopra, potrebbero riprendere con le politiche monetarie espansive. Necessità che saranno dettate anche dal bisogno di alleggerire le pressioni di vendita che arriveranno dal settore privato.

Una tempesta perfetta, che potrebbe presentarsi a breve e che potrebbe essere smentita soltanto da dati in forte contro-tendenza rispetto a quelli attuali. E, aggiungiamo noi di TradingOnline.com, da un netto cambiamento di atteggiamento almeno in termini di politiche di spesa pubblica.

Non tutti credono al soft landing e al ritorno alla normalità

Non tutti, a partire da Ray Dalio, sono convinti della narrativa che sta diventando maggioritaria. Parliamo della narrativa che vede sempre più probabile un soft landing e un ritorno alla normalità anche sul fronte dell’inflazione. Gli inviti alla prudenza da parte di Federal Reserve non sono stati, almeno per ora, presi troppo seriamente dai mercati.

Questo nonostante Jerome Powell abbia espresso più volte il desiderio di vedere i mercati finanziari raffreddarsi e recuperare, tra le righe, livelli più bassi e più consoni ad un’economia che potrebbe essere presto in recessione.

Difficile fare previsioni per adesso – e il recente cambio di atteggiamento di diverse banche d’affari e analisti più che essere un segnale di inversione potrebbe essere, tenendo conto di quanto detto da Dalio, segnale della grande incertezza che sta maturando.

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