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Repubblicani chiedono dietrofront di Biden su gas liquefatto
Alcuni vertici delle amministrazioni Trump e Bush stanno facendo pressione sulla Casa Bianca per rimuovere le limitazioni alle licenze di gas naturale liquefatto. Si tratta di un tema visto come relativamente importante dai Repubblicani, ma si tratta di un tema realmente fondamentale per la sicurezza delle forniture di GNL verso l’Italia e il resto d’Europa. Per chi non fosse aggiornato sui fatti, all’inizio di febbraio il presidente statunitense Joe Biden ha firmato un ordine per sospendere il processo di approvazione di tutte le licenze in fase di esame. L’ordine prevede anche che vengano sospese tutte le nuove licenze, che normalmente riguardano l’export di gas liquefatto verso l’Asia e ancor di più verso l’Europa.
Dopo l’invasione dell’Ucraina, l’Unione Europea ha fatto grandi sforzi per costruire una nuova supply chain del gas naturale. Sono aumentate le esportazioni dai gasdotti del Nord Africa, ma non sono sufficienti a coprire tutto il fabbisogno europeo. Di conseguenza è stato necessario aumentare le importazioni di gas naturale liquefatto, di cui gli Stati Uniti sono uno dei principali produttori mondiali. Dopo la crisi del gas nel 2022/23, ora la situazione è fortemente migliorata. Questo miglioramento è però fortemente legato alla necessità di ottenere rifornimenti continui dagli Stati Uniti, rifornimenti che ora sono messi in dubbio dal nuovo ordine firmato dalla Casa Bianca.
I Repubblicani non ci stanno
Una forte componente del partito Repubblicano chiede alla presidenza di revocare l’ordine, soprattutto sulla base della necessità di favorire la produzione americana di energia. Joe Biden ha concesso la sospensione delle licenze dopo una forte pressione da parte degli attivisti ambientali, a causa del forte impatto climatico dei processi di liquefazione e rigassificazione. Il gas naturale liquefatto è decisamente più inquinante rispetto al gas mantenuto e consumato sempre in forma di gas, cosa che ovviamente stona con una politica estremamente improntata sulla transizione climatica come quella di Joe Biden. Tuttavia, non tutti sono convinti che questa sia la scelta migliore.
Vari esponenti delle amministrazioni Trump e Bush hanno firmato una lettera indirizzata ai membri del Senato e della Casa Bianca, in maniera da influenzare lo schieramento politico e cercare di invertire le recenti scelte del presidente. La Camera dovrà votare mercoledì su una proposta di legge per far passare a un’entità diversa, non controllata dalla politica, l’approvazione delle licenze sul gas naturale liquefatto. Dal momento che la Camera è controllata dai Repubblicani, è molto probabile che la proposta possa passare; considerando però che il Senato è controllato dai Democratici, quasi certamente la nuova proposta di legge non sarà approvata.
Europa in mezzo alle politiche statunitensi
Quello che verrà deliberato dal parlamento statunitense nei prossimi giorni avrà un forte impatto sull’andamento delle forniture di gas verso l’Europa. Secondo i dati europei, nel 2023 addirittura oltre il 40% delle forniture di gas naturale liquefatto sono arrivate dagli USA. Addirittura 56 miliardi di metri cubi, senza i quali la situazione sarebbe stata forse peggiore rispetto a quella dell’inverno precedente. Ora l’equilibrio energetico europeo si trova nelle mani degli Stati Uniti: la Casa Bianca ritiene che gli alleati europei abbiano altri possibili fornitori. Il problema è che il tema europeo non sembra interessare né a chi è a favore né a chi è contrario alla sospensione delle licenze, cosa che lascia il settore energetico dell’Unione nelle mani di un complicato intreccio politico.