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Riciclo batterie al litio: accelera il progetto in Sardegna
Glencore e Li-Cycle annunciano piani per velocizzare la realizzazione del maxi-impianto per il riciclo di batterie al litio che le due società hanno annunciato a marzo. Sarà realizzato a Portovesme, in Sardegna, e sarà una struttura che per tantissimi versi farà da pioniere in Europa. Con l’avanzare della quota di mercato dei veicoli elettrici, sta diventando sempre più importante riuscire a garantire una seconda vita alle batterie al litio. Anche se gli EVs non bruciano combustibili fossili, per produrre queste batterie si impiegano tante risorse e processi industriali che non sono sempre sostenibili. Per questo c’è una crescente coscienza riguardo all’importanza di riciclare le batterie al litio.
L’obiettivo di Li-Cycle è proprio questo: la società è specializzata nelle soluzioni per il riciclo di pacchi batteria, con diversi brevetti che le consentono di ritrasformare le batterie nei loro materiali di partenza. Glencore è invece un gigante delle commodities, che estrae e vende sia terre rare che tanti altri minerali. La partnership tra Li-Cycle e Glencore dovrebbe portare a realizzare un sistema a ciclo integrato, che raccoglie e smaltisce le batterie europee riciclandole fino a ritornare ai materiali di partenza.
Annunciato processo in due fasi
Le due società hanno finalmente fornito dei dettagli sui loro piani per l’impianto di Portovesme. Il progetto prevede due fasi, la prima delle quale dovrebbe portare a riciclare 11.000 tonnellate di “massa nera” ogni anno. La massa nera è il risultato che si ottiene quando si rimuove il packaging esterno della batteria, rimanendo essenzialmente con i materiali chimicamente attivi come litio, nichel e manganese. Questa prima parte del progetto dovrebbe diventare operativa già a metà del 2024, segnando l’inizio effettivo delle operazioni. Dal riciclo della massa nera si dovrebbero ottenere 1.500 tonnellate di carbonato di litio, 3.000 tonnellate di nichel e 500 tonnellate di cobalto ogni anno. Con l’UE che sta puntando sempre di più sulla produzione locale di batterie al litio, il recupero di materiali per il riuso è importante.
La seconda parte dovrebbe invece puntare a riciclare tra 50.000 e 70.000 tonnellate di massa nera ogni anno, arrivando addirittura entro il 2030 a rappresentare il 30% del totale dei materiali utilizzati nelle batterie dei veicoli elettrici in tutta Europa. La grande novità di questa seconda fase sarà la capacità di riciclare una varietà maggiore di tipologie di litio, in modo da poter ottenere un ciclo di economia circolare ancora più efficiente. Al momento la fase 2 non è ancora completamente progettata, e per questo motivo le due società non hanno ancora voluto fornire indicazioni sui tempi previsti per il completamento dei lavori.
La Sardegna guida il riciclo di litio in Europa
L’impianto su cui Li-Cycle e Glencore stanno lavorando ha delle grandi aspirazioni, considerando che in questo momento non esistono ancora dei grandi progetti per il riciclo di batterie al litio in Europa. Non si tratta di un impianto di rilevanza regionale o nazionale, ma di un gigantesco hub che avrà un impatto estremamente importante per tutta Europa. Le due aziende hanno anticipato di voler sviluppare una joint venture al 50% per lo sviluppo del progetto; Li-Cycle fornirà le competenze ingegneristiche e la consulenza tecnica, mentre Glencore dovrebbe occuparsi del lato pratico della costruzione facendo leva sulla sua lunga esperienza.
Tim Johnston, co-fondatore di Li-Cycle, ha sottolineato che la velocità a cui le due società realizzeranno la fase 1 del nuovo impianto sardo non avrà precedenti. In passato la società si era già aggiudicata un prestito da $375 milioni dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, con l’obiettivo di costruire un grande impianto per il riciclo di batterie al litio vicino a New York. Negli USA si sta intensificando la concorrenza tra operatori del settore, mentre in Europa il mercato è ancora estremamente vuoto: Li-Cycle e Glencore hanno deciso di consolidare il vantaggio del pioniere, velocizzando il più possibile la realizzazione dell’impianto di Portovesme.