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Rublo recupera sul dollaro dopo intervento del Cremlino

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Alla fine sembrerebbe averla spuntata il Cremlino. A tutela del valore del rublo sono stati infatti imposti controlli alla circolazione del capitale nonostante il parere contrario già espresso più volte dalla governatrice della banca centrale russa. Una scelta che però sembrerebbe aver già sortito effetti sui mercati, per quanto blandi siano stati giudicati dalla maggior parte degli analisti. I controlli appena introdotti imporranno agli esportatori di operare sul Forex sulle piazze nazionali.

A poco dunque sono serviti i rialzi ai tassi implementati prima e minacciati poi per il prossimo round dalla banca centrale e contro il parere di questa sono arrivate limitazioni di carattere amministrativo che la banca centrale avrebbe preferito evitare. La necessità però sembrerebbe essere impellente e per la protezione del rublo si procederà pertanto con misure che saranno a carico degli esportatori e che proveranno a tutelare un valore del rublo ormai da tempo in caduta libera e con outlook comunque negativo.

Ancora misure a tutela del rublo

Scende in campo il Cremlino, che la spunta anche contro la Banca Centrale

Il governo russo ha annunciato nella tarda serata di mercoledì 11 ottobre l’introduzione di misure di controllo dell’esportazione di capitali. 43 grandi gruppi esportatori – gruppo che include anche le società che si occupano di petrolio e gas – dovranno infatti cambiare quanto ottenuto in valuta pregiata direttamente sulle piazze nazionali, ottenendo in cambio rubli. Si tratta di misure che in molti ritengono eccessivamente blande per tutelare un rublo che appare debole come non mai, che nondimeno però hanno già prodotto i primi effetti sui mercati. Il rublo è infatti in una situazione critica di debolezza dall’inizio del conflitto con l’Ucraina – difficoltà che si è cercato di contenere a più riprese con misure spot a controllo della circolazione dei capitali.

Nella mattinata il rublo ha toccato anche il +2,5% rispetto al dollaro USA, valuta che continua però a avere un outlook positivo spinto dal differenziale dei tassi, nonché dalla flight to safety, la corsa verso la sicurezza che vede interessati il dollaro e lo yen anche in seguito alle recenti situazioni che si stanno sviluppando in Israele e a Gaza. Situazione che ha agitato i mercati valutari, quelli dei bond e anche quelli delle materie prime.

Saranno 43 le imprese interessate

Una mossa per la trasparenza

Lascerà di stucco in diversi la dichiarazione del vice primo ministro Andrey Belusov, che ha affermato che l’obiettivo principale di queste misure è quello di garantire trasparenza al mercato del Forex e anche di renderlo maggiormente prevedibile – e di proteggerlo dalle speculazioni di mercato. Speculazioni di mercato che sono spesso stampella comoda per i governi che vogliono giustificare misure che di fatto imporranno a società private comportamenti che in un regime di libero mercato non avrebbero.

Situazione complessa a Mosca, con la guerra che comincia a presentare il suo conto, così come comincia a presentarlo la politica monetaria da economia di guerra che ha accompagnato lo sforzo bellico. Per il momento immaginare un’inversione del trend duratura innescata da misure spot non sembra essere però possibile.

Un meccanismo di vendita automatica che sarà gestito giorno per giorno

I limiti dovrebbero essere mobili, per quanto non sia ancora disponibile il testo completo del decreto. Il segnale inviato ai mercati non è però dei più positivi: la convergenza della banca centrale – inizialmente contraria a tali misure – e del Cremlino lascia intendere una situazione forse non ancora compromessa, ma comunque difficile per il rublo.

Situazione difficile che potrebbe avere un impatto sul prezzo nonostante le misure che sono state appena comunicate. È consigliata la massima cautela per chiunque si trovi a operare sul rublo o su titoli denominati nella valuta di Mosca.

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