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Russia, la banca centrale mantiene i tassi al 16% a causa della crescita economica “sorprendente”
La banca centrale russa ha pubblicato una nota per spiegare la sua decisione di ieri, che ha visto il tasso d’interesse rimanere stabile al 16%. Da tempo gli analisti si aspettano che l’economia russa cominci a dare segni di difficoltà e che la banca centrale possa cominciare ad abbassare i tassi d’interesse come forma di stimolo economico, ma per il momento sembra starsi verificando l’esatto contrario. La nota spiega proprio che la decisione di mantenere i tassi invariati è legata allo slancio “forte e sorprendente” dell’attività economica, guidata soprattutto dall’attività dei consumatori. In questi primi tre mesi del 2024, la contrazione dello scorso anno ha lasciato spazio a una ritrovata fiducia sia da parte delle famiglie che delle imprese.
Per lo meno stando a quanto riportato dalla banca centrale, le vendite al dettaglio sarebbero addirittura in aumento del 3,5% anno su anno. Questo è uno dei migliori risultati che la Russia abbia ottenuto negli ultimi vent’anni, ancora più sorprendente se si pensa che è arrivato nel pieno di un momento di guerra e sanzioni economiche. Per tale motivo non mancano comunque gli analisti più scettici, secondo i quali le cifre pubblicate dalla banca centrale potrebbero essere poco realistiche e utilizzate semplicemente come modo per proiettare un’immagine dell’economia russa più positiva della realtà.
Sorpresa anche la banca centrale
La stessa banca centrale russa ha ammesso di essere stata colta di sorpresa dallo slancio dell’economia, soprattutto in termini di vendite al dettaglio. I consumatori nei sondaggi si rivelano più ottimisti sul futuro e più disposti a fare acquisti importanti, come quello di una casa o di una macchina. Nel frattempo la forte occupazione generata dalla spesa militare ha causato una mancanza di lavoratori: le imprese hanno dovuto compensare aumentando i salari, che sono cresciuti del 7% in un solo anno. Secondo il report pubblicato lunedì sera, tra l’altro, i consumatori russi non starebbero soltanto spendendo di più ma starebbero anche riuscendo a risparmiare di più.
Essenzialmente la scelta di mantenere i tassi fissi al 16% sarebbe il risultato della necessità di limitare la corsa dell’inflazione. Persino il MOEX, il principale indice azionario della Borsa russa, sembra essere in piena fase di slancio: ieri sono stati toccati nuovi record da febbraio 2022, cioè da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina. La banca centrale ritiene che l’economia russa abbia sviluppato un meccanismo di protezione e adattamento alle sanzioni, ad esempio riuscendo ad aumentare stabilmente i volumi di export nel corso di questi mesi. Persino il Fondo Monetario Internazionale prevede che l’economia russa, quest’anno, cresca del 2,4%.
Numeri autentici o artificiali?
C’è comunque grande dibattito riguardo alle motivazioni per cui l’economia russa stia mostrando questa traiettoria di crescita. Il tasso d’inflazione ufficiale misurato a febbraio è del 7,7%, indicando che la pressione sui prezzi rimane elevata e che soprattutto le fasce più deboli della popolazione potrebbero starne facendo le spese. Inoltre l’Occidente continua a stringere il cerchio sulle sanzioni, contro-adattando il suo comportamento per limitare sempre di più i vuoti legislativi che permettono alla Russia di esportare le sue materie prime. Il punto di dibattito più grande, però, rimane la spesa pubblica: i report degli analisti suggeriscono che gran parte della crescita economica di questi ultimi mesi sia il frutto di un forte aumento del budget militare, che da una parte entra immediatamente nel PIL ma dall’altra parte rappresenta un costo per le casse pubbliche. Significherebbe dunque una crescita artificiale trainata da un aumento dell’inflazione e del deficit, positiva nel breve periodo ma molto pericolosa nel lungo termine.