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Salesforce taglia ancora | In 900 mandati a casa
Anche Salesforce si aggiunte alla lunga lista di società tech che tagliano. Il gruppo avrebbe infatti mandato a casa almeno 700 lavoratori, che costituiscono nel complesso circa l’1% della sua forza lavoro. Continua così il percorso di tagli delle grandi società di questo comparto, con Google che ha annunciato decisioni simili e con Microsoft che manderà a casa 1.900 addetti, tutti del comparto gaming dopo l’acquisizione di Activision Blizzard. Una situazione che viene giustificata tanto dalle aziende quanto dagli analisti come necessità di ristrutturazione al termine del ciclo, ma che nondimeno crea delle preoccupazioni sull’andamento previsto dell’economia per il 2024.
Non manca ormai più nessuno dalla lista delle grandi società tech USA che hanno già comunicato o che comunicheranno a breve dei tagli al personale. Effetti della AI e della necessità per molti di liberare capitali? In parte certamente sì, come d’altronde è stato comunicato anche da Google in comunicazioni interne. Per altri però, è anche l’effetto di un mercato dove ora i capitali costano e dove si deve iniziare a ridurre costi anche a fronte di un’incertezza economica da non ignorare.
In 900 mandati a casa da Salesforce, mentre il gruppo però continua a assumere
Almeno a guardare i potenziali movimenti in ingresso e in uscita da Salesforce, verrebbe da concludere che il gruppo è davanti ad una riorganizzazione dei reparti e dei comparti interni. Se è vero che il gruppo si appresta a lasciare a casa almeno 900 addetti, è altrettanto vero che rimangono almeno 1.000 posizioni aperte in diversi comparti. Si tratterebbe dunque almeno in parte di una riorganizzazione, che arriva anche mentre soltanto nel 2021 il gruppo era stato il più attivo sul fronte delle assunzioni, cercando di strappare talenti all’agguerrita concorrenza.
Non è chiaro se le 1.000 posizioni ancora aperte saranno lasciate appunto aperte e se il gruppo arriverà o meno a fine 2024 effettivamente con un numero inferiore di dipendenti, così come non è chiaro per il momento se si sia trattato o meno di necessità impellenti per l’azienda di ridurre la spesa oppure semplicemente del tentativo di ridurre dipartimenti poco attivi e poco cruciali per concentrare gli sforzi su altri. In assenza di comunicazioni dirette da parte dell’azienda non sarà possibile, purtroppo, rispondere a questo quesito.
I tagli sono rilevanti, numericamente parlando. Si tratta di circa l’1% della forza lavoro rimasta, dopo tagli del 10% che erano avvenuti ad inizio 2023, per un gruppo che appunto aveva già operato in termini di anti-ciclicità. Tagli che comunque, almeno guardando le performance del mercato, sono piaciuti ad azionisti e speculatori di breve, medio e lungo periodo.
Solo una questione di costi?
Il settore tech, che pur continua a trascinare le ottime performance delle borse USA, è fonte di preoccupazione almeno tra gli analisti. I tagli sono stati consistenti per tutte o quasi le principali aziende del comparto. Tagli consistenti che CEO e aziende hanno giustificato il grosso delle volte con la necessità di concentrare capitali verso le grandi sfide che potrebbero cambiare il settore per sempre. Sfide appunto come quella dell’intelligenza artificiale, per la quale tutte le aziende del comparto sono disposte a spese folli.
Tuttavia è chiaro che i tagli, spesso su pressione dei principali investitori, sono anche il risultato di incertezze per l’economia che nonostante le borse corrano continuano a montare, almeno tra chi – in modo più equilibrato – deve far girare aziende miliardarie e non sta scommettendo semplicemente sul fatto che i mercati continuino ad andare su.