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Salgono i rendimenti dei bond europei: BCE rimane fiduciosa su inflazione e tagli ai tassi
Malgrado la Banca Centrale Europea continui a dare segnali chiari della sua intenzione di procedere con tagli ai tassi d’interesse, oggi i bond europei sono stati penalizzati nelle quotazioni e hanno visto un aumento dei rendimenti. Sembra che i mercati stiano dimostrando nervosismo per i dati statunitensi sull’inflazione, che dovrebbero essere pubblicati domani. Inoltre rimangono ancora dei dubbi sui risultati delle prossime elezioni in Francia, che determineranno la rappresentanza del paese anche negli affari europei. Proprio stamattina, Macron ha partecipato alla riunione a porte chiuse che ha consacrato il secondo mandato di von der Leyen come presidente della Commissione Europea. Se Le Pen dovesse vincere, è possibile che persino a Bruxelles le cariche vengano rimesse in discussione.
Lo spread tra il rendimento dei bond francesi e quello dei bond tedeschi continua a rimanere vicino al massimo degli ultimi sette anni, mentre venerdì i dati sull’inflazione americana potrebbero dare dei segnali sulle prossime decisioni della Federal Reserve. Anche se la BCE continua a negare che ci sia una correlazione tra le mosse della Fed e le sue decisioni di politica monetaria, i mercati ritengono evidente che la banca centrale europea non voglia causare delle distorsioni eccessive nel cambio EUR/USD. Se la Fed dovesse continuare a ritardare i tagli ai tassi, anche in Europa è probabile che si segua la stessa politica.
La Francia rincuora, l’inflazione preoccupa
Una delle notizie che ha calmato i mercati nelle ultime ore è stata una dichiarazione importante del partito Rassemblement National di Marine Le Pen, che ha garantito di voler mantenere una politica di prudenza fiscale anziché continuare sulla strada di Macron di aumentare il deficit fiscale per stimolare l’economia. La principale candidata a vincere le prossime elezioni francesi ha promesso di voler mantenere la sua politica economica all’interno del patto di stabilità europeo, limitando il più possibile il deficit fiscale nel corso dei prossimi anni. Rispetto a chi temeva un’impennata della spesa pubblica, sono decisamente buone notizie.
Invece sembra preoccupare la pubblicazione dei dati statunitensi sull’inflazione, con la pressione sui prezzi che per il momento è rimasta saldamente al di sopra del 3% annuo nelle ultime rilevazioni. La prospettiva dei tagli ai tassi della Fed è determinante per poter comprendere la direzione in cui la BCE andrà nei prossimi mesi, dopo un primo taglio da 25 punti base nelle settimane scorse che non ha cambiato in maniera sostanziale gli equilibri finanziari del Vecchio Continente. Il fatto che i rendimenti delle obbligazioni UE siano aumentati nel corso della giornata sembra indicare che i mercati temano un dato più alto delle attese negli Stati Uniti, potenzialmente pregiudicando l’attesa dei tagli della Fed. Al momento settembre rimane la data su cui puntano gli analisti, ma le certezze sono poche.
Banca d’Italia ottimista sui tassi
Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, oggi ha insistito nelle sue dichiarazioni sul fatto che ai primi dati positivi per l’inflazione ci si può attendere un nuovo taglio ai tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea. La stessa dichiarazione, con parole diverse, è stata resa qualche ora dopo anche dal suo collega Olli Rehn della Banca di Finlandia. I membri del comitato per la politica monetaria continuano a rimanere ottimisti sulla discesa dei tassi, tutto a patto che l’inflazione europea continui a diminuire. La BCE rimane anche fedele alle sue dichiarazioni secondo le quali l’inflazione rimane l’unica variabile fondamentale per prendere decisioni sui tassi, mentre ritiene che seguire le mosse della Fed non sia una priorità.