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Scandalo automotive in Giappone: falsificati i test sulla sicurezza, coinvolti tutti i grandi marchi

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Colpo duro per l’industria automobilistica giapponese: Mazda e Toyota hanno annunciato la sospensione delle spedizioni di veicoli di ogni tipo a seguito di un grave scandalo legato alla sicurezza. L’origine del problema è la scoperta di manipolazioni nei test di sicurezza condotti dalla Daihatsu, una controllata del gruppo Toyota, che ha ammesso di aver falsificato i risultati di crash test per numerosi modelli. l problema non si limita a Toyota e Daihatsu. Anche Mazda e Subaru sono stati coinvolti, con alcuni dei loro modelli che presentano altrettante irregolarità nei test di sicurezza. Questo allargamento del problema ha spinto entrambe le case automobilistiche a sospendere le spedizioni dei veicoli interessati, per condurre ulteriori verifiche e garantire la conformità agli standard di sicurezza internazionali.

Lo scandalo ha una portata talmente grande per l’economia nazionale che è intervenuto direttamente il Ministero dei Trasporti, allargando anche la portata mediatica della questione: considerando che in questo momento tutte le case automobilistiche tradizionali sono in crisi, minacciate dall’avvento degli EVs prodotti in Cina a costi estremamente più bassi, l’impatto della notizia potrebbe essere molto grande. Inoltre non è chiaro quanto le società coinvolte dovranno pagare, sia per le sanzioni che per il ritiro e il controllo dei loro veicoli, ma si parla di miliardi o addirittura decine di miliardi di dollari. Per le società più piccole come Subaru, uscire da questa crisi potrebbe persino essere impossibile.

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Durissimo colpo per l’automotive giapponese

I sospetti sulla sicurezza dei veicoli giapponesi non sono una novità: già a gennai, il Ministero dei Trasporti aveva chiesto alle case automobilistiche di indagare sulle proprie procedure di certificazione. Molte di queste responsabilità sono direttamente in capo alle società produttrici, ma quando il Ministero ha voluto entrare direttamente nel cuore della questione sono emersi i problemi. Un’indagine indipendente ha scoperto che il problema è molto esteso, coinvolgendo 64 modelli, inclusi 22 commercializzati sotto il marchio Toyota. I veicoli coinvolti sono stati venduti non solo in Giappone, ma anche in diversi mercati internazionali come il Sud-est asiatico, l’America Latina e forse -non è ancora sicuro- in Europa.

Le conseguenze dello scandalo sono potenzialmente devastanti per le aziende coinvolte. Toyota, che ha una reputazione consolidata per la qualità e la sicurezza, potrebbe vedere danneggiata la sua immagine a livello globale. Anche se le azioni di Toyota sono rimaste relativamente stabili, il fatto che lo scandalo sia esploso solo dopo la chiusura dei mercati americani fa sì che probabilmente l’impatto sarà evidente soltanto nelle prossime sessioni di Borsa. La società, che sta cercando di costruirsi un’immagine forte nel mercato delle auto a idrogeno, ha investito tantissimo in marketing negli ultimi anni sui mercati esteri e rischia che ora questo sforzo venga vanificato.

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Le risposte arrivano a rilento

Daihatsu ha già avviato un’indagine interna e ha intensificato i controlli tecnici sui veicoli per assicurare che tutti i modelli rispettino le norme di sicurezza e ambientali. Toyota ha dichiarato che saranno necessarie riforme fondamentali per risollevare la reputazione del gruppo e garantire che non si ripetano simili irregolarità. Non ci sono ancora dichiarazioni aperte da parte di Yamaha, Subaru e Mazda, che sono altrettanto coinvolte nella questione, ma ci si aspetta che le società si aprano alla stampa nei prossimi giorni. Nel frattempo la notizia continua a circolare: l’impatto economico per le aziende che hanno falsificato i test sono direttamente collegati al peso che i consumatori e le istituzioni daranno alla questione.

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