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Scoperto in Norvegia il deposito di terre rare più grande d’Europa: grande passo per l’industria degli EVs

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In un importante sviluppo per l’industria mineraria europea, la Norvegia ha annunciato la scoperta del più grande deposito di terre rare del continente. Il giacimento si trova nel complesso di Fen, nel sud-est del paese che già in questo momento è uno dei più grandi produttori di litio d’Europa. Le terre rare sono essenziali per produrre tecnologie legate alla sostenibilità come i veicoli elettrici, le turbine eoliche e i sistemi di stoccaggio energetico. Si tratta di beni per i quali la domanda è in costante aumento e che al tempo stesso, per le industrie europee, sono difficilmente accessibili. Infatti la Cina controlla oltre il 60% dei depositi di terre rare nel mondo, cosa che contribuisce in modo significativo al vantaggio di prezzo dei produttori cinesi nei prodotti correlati.

Questa scoperta rappresenta un potenziale punto di svolta per l’Europa, che attualmente dipende in larga misura dalla Cina per il suo approvvigionamento di terre rare. Si stima che il deposito contenga circa 8,8 milioni di tonnellate di ossidi di terre rare, cosa che lo renderebbe per distacco il più grande d’Europa. Per il momento sono stati condotti solo studi preliminari, ma secondo le autorità norvegesi i dati raccolti fino a qui sono attendibili e possono essere considerati un punto di riferimento per le imprese del settore. In attesa che la miniera venga costruita, i produttori di EVs europei possono quindi già festeggiare un risultato importante.

Ci vorranno almeno tre anni prima che il progetto minerario cominci la produzione

Una svolta per il mercato europeo

Dopo tre anni di esplorazioni mirate, la società di estrazione mineraria Rare Earths Norway (REN) ha calcolato una quantità di risorsa mineraria conforme allo standard JORC di 559 milioni di tonnellate, con una concentrazione di 1,57% di ossidi totali di terre rare. Questo si traduce in un totale di 8,8 milioni di tonnellate di TREO, con prospettive economiche favorevoli per l’estrazione. REN detiene oltre il 90% dei diritti di esplorazione di questa regione e non è ancora chiaro cosa deciderà di fare: la società potrebbe avanzare con un proprio piano per entrare nel settore dell’estrazione, oppure vendere la miniera confidando nel fatto che il suo valore di mercato è aumentato esponenzialmente dopo la scoperta.

Con questa scoperta, la Norvegia si posiziona come un potenziale leader nella produzione di terre rare in Europa. Il paese ha già una forte tradizione nel settore minerario e dispone delle competenze e delle risorse necessarie per sviluppare il deposito in modo responsabile. In ogni caso non sarà facile costruire il progetto: le risorse mineraria si estendono fino a 468 metri sotto terra e gli studi indicano che potenzialmente potrebbero arrivare fino a 1.000 metri sotto il livello del mare. È possibile che intervengano delle partnership con i produttori di auto, specialmente Stellantis che negli scorsi anni è stata molto attiva nel finanziare le attività di esplorazione in Norvegia.

Le terre rare hanno proprietà magnetiche, di luminescenza e di conduttività elettrica che li rendono molto utili nelle componenti elettroniche

L’importanza della scoperta

Si stima che il deposito contenga circa il 12% delle riserve mondiali stimate di ossidi di terre rare (REO). I REO sono un gruppo di 17 elementi chimici essenziali per la produzione di batterie -neodimio, disprosio e praseodimio-, turbine eoliche -neodimio e samario-, catalizzatori ed elettronica di consumo. Riducendo la dipendenza dalle importazioni cinesi, l’Europa sarà in grado di rafforzare la sua catena di approvvigionamento di tecnologie critiche e di accelerare lo sviluppo di soluzioni energetiche sostenibili. REN sta collaborando con l’Università di Leoben in Austria per sviluppare tecnologie minerarie e di processamento sostenibili, minimizzando l’impronta ambientale della miniera e massimizzando la qualità del prodotto finito. Ora non resta che attendere lo sviluppo del progetto.

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