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Settimana clou per il dollaro. La Cina riapre a tutela dello yuan

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Per il Forex si apre una settimana di dati importanti che riguarderanno principalmente il dollaro USA. Gli occhi dei mercati sono puntati anche verso Pechino, che tornerà a lavoro dopo una lunga vacanza, con la banca centrale della Repubblica Popolare Cinese che continuerà a opporsi ai venti ribassisti che hanno continuato a spirare anche nel corso dell’ultima settimana. Sarà una settimana complessa e potenzialmente convulsa sui mercati – con la volatilità che tornerà su livelli probabilmente più alti di quelli fatti registrare questa settimana.

Al centro delle speculazioni ci sono i dati sull’inflazione USA del 12 ottobre, così come le mosse che saranno annunciate dalle due principali economie del Lontano Oriente a tutela delle divise nazionali di riferimento: yuan e yen giapponese, due delle valute maggiormente in difficoltà a causa di uno straordinario stato di forma di USD. Stato di forma ancora buono, per quanto inizi a mostrare qualche segno di debolezza.

Settimana clou per il dollaro

Giovedì 12 ottobre i dati sull’inflazione USA

I dati più importanti della settimana riguardano l’inflazione negli Stati Uniti. Le aspettative indicano un ribasso sull’inflazione annuale rispetto all’ultimo dato disponibile, ribasso che sarebbe il primo da tre mesi a questa parte. Se fossero confermate le aspettative dei mercati, il dato di giovedì segnalerebbe il termine del rimbalzo di un’inflazione che non tutti credono sia stata già sconfitta. Il dato è importante per il mondo del Forex perché da questo dipenderanno le prossime decisioni di politica monetaria di Washington. Politica monetaria ancora incerta sul quando e sul come si porrà termine a un ciclo restrittivo che ha fatto, sulle piazze internazionali, la fortuna del dollaro USA e le preoccupazioni per quasi tutte le altre valute.

Le aspettative prezzate dai futures al CME parlano di un 70% di possibilità che non ci siano rialzi alla prossima riunione del FOMC, prevista per il primo novembre. Da decidere rimane, per quanto manchino ancora 3 settimane, la natura dello stop. Sarà una pausa hawkish come la precedente, e cioè accompagnata da metaforici tuoni e segnali da parte di Jerome Powell o potrà essere la fine del ciclo di politiche monetarie restrittive? Per ora i quadri di Fed ci tengono a sottolineare che la battaglia contro l’inflazione non è stata ancora vinta, segnalando ai mercati la possibilità che ci sia un rialzo – e per qualcuno anche due.

La corsa del dollaro può arrestarsi su dati positivi per l’inflazione

La Cina torna operativa

Dopo una settimana di festività, a Pechino si torna a lavoro. Il ritorno più interessante per gli investitori nel mercato del Forex riguarda possibili nuovi interventi a tutela del valore dello yuan. Yuan che nel corso della settimana di festività si è mostrato piuttosto debole sulle piazze internazionali, debolezza che da molti è interpretata come possibilità di un prolungamento del trend negativo della divisa nazionale della Repubblica Popolare Cinese. Fino a oggi gli interventi sono stati poco organici, saltuari e tesi a non infastidire più di tanto un’economia che è già in sofferenza. Le manovre già operative sono lontane da quanto ci si aspetterebbe da una situazione di emergenza, che almeno sullo yuan non si è ancora presentata.

Sarà diverso invece il discorso per lo yen giapponese, che si trova ancora pericolosamente vicino ai 150 contro il dollaro. Con una settimana densa di dati e di possibili operazioni da parte delle principali banche centrali mondiali, ci sarà da valutare anche un eventuale intervento di emergenza (ulteriore) da parte di Bank of Japan. La banca centrale di Tokyo ha già confermato la volontà – anche di concerto con Federal Reserve – di operare a tutela dello yen ogniqualvolta ce ne sarà bisogno. Gli interventi però diventano sempre più costosi e c’è chi teme che diventerà sempre più complicato difendere certi livelli di prezzo.

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