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Settore auto USA: previsioni bullish per il 2024
Per il settore auto, almeno negli USA, aria di cambiamento. Ed è aria di cambiamento in positivo secondo le stime che stanno circolando negli Stati Uniti e che prevedono una crescita tra l’1% e il 4% di veicoli venduti per il 2024. Questo al termine di una fase di mercato innescata dalla pandemia COVID che ha creato non pochi problemi ad un comparto che ha visto la propria supply chain soccombere e poi distruggersi nel corso del ciclo di chiusure in tutti i principali paesi.
Si tratta di stime con una forbice ancora larga, ma nondimeno positive per un settore che rimane importante per l’economia USA, che al tempo stesso sta cercando di difendersi dall’avanzata dei brand cinesi sul mercato EV, anche cercando di tirare dalla propria parte della barricata il Messico. Nonostante però previsioni positive, per il mercato dell’auto USA rimangono aperte diverse questioni, a partire da quella sindacale.
Ottime previsioni per il settore auto negli USA
Le previsioni sono di quelle interessanti, in particolare per chi è long sul comparto. Ci sarà una crescita di veicoli immatricolati nel 2024 negli USA, almeno secondo le previsioni. Una crescita che potrebbe portare al superamento della soglia dei 16 milioni di veicoli. Si tratterebbe delle vendite più alte dal 2019, anno in cui furono registrate più di 17 milioni di vendite. Siamo dunque lontani dal record, segno di un settore che vive ancora difficoltà importanti e che dovrà fare i conti con nuove problematiche che si sono esacerbate nel corso degli ultimi mesi.
Il problema sindacale, se così vogliamo chiamarlo, a Detroit sembra essere stato superato: GM, Ford e Stellantis hanno siglato nuovi accordi che per molti simboleggiano la vittoria su tutta la linea dei sindacati. Tuttavia nel complesso a livello federale la problematica è lungi dall’essere superata: UAW punta a sindacalizzare non solo le altre società USA che non sono ancora sindacalizzate (come Tesla), ma anche i produttori stranieri che rimangono non sindacalizzati, come ad esempio Mercedes e il gruppo delle giapponesi. Questo tentativo di sindacalizzazione potrebbe portare a un inasprimento della lotta all’interno degli stabilimenti. Problemi che per ora non esistono, ma che nel futuro di breve periodo dovrebbe però tornare ad a fare capolino.
Sul tavolo ci sono poi altre questioni: l’invasione di EV made in China o prodotti altrove con componenti cinesi è un problema per i produttori locali, che tra le altre cose per il settore EV non potranno più accedere agli incentivi se utilizzeranno questa componentistica. Una coperta troppo corta che sarà difficile allargare per dimensioni, anche con tutti gli interventi che il governo federale potrebbe mettere in piedi.
Tutto a vantaggio dei consumatori
La situazione è buona però per i consumatori e per chi vuole acquistare una vettura. Con il ritorno di buone scorte nei magazzini, non saranno più le case che producono auto a dettare i prezzi. Questo si è già visto in parte nel 2023, con diversi grandi brand che hanno iniziato a praticare sconti consistenti su parte delle proprie linee e dovrebbe continuare per il 2024.
Le previsioni comunque sono ancora incerte e dovranno fare i conti con il presunto ritorno alla normalità in termini di tassi. Se i tagli ai tassi dovessero arrivare più lentamente di quanto previsto, il mercato dell’auto potrebbe certamente risentirne.
Per ora però l’ottimismo c’è, è palpabile e cercherà sostegno nei primi dati che arriveranno. Al tempo stesso ci sarà da sottolineare come i numeri registrati nel 2019 sono ancora un lontano miraggio. Ci si potrà mai tornare? O è il mondo del trasporto che sta cambiando? Parleranno, come sempre, soltanto i numeri, gli unici in grado di descrivere… la realtà.