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Shein: parte procedura per quotazione negli USA
Se ne parla ormai da tempo e ora sembra che finalmente ci siamo. Shein, gigante cinese delle vendite retail, avrebbe avviato le procedure, per quanto in via confidenziale, per la quotazione negli Stati Uniti. A essere coinvolte come underwriter sono tre importanti banche d’affar, ovvero Goldman Sachs, JPMorgan Chase e Morgan Stanley. Per quanto riguarda le tempistiche, si parla con sempre maggiore insistenza di una quotazione che arriverà l’anno prossimo senza che però siano disponibili ulteriori dettagli sulla questione.
Mancano ancora dettagli anche su quanto Shein vorrebbe raccogliere, per quanto nel recente passato si sia parlato con una certa insistenza ai piani alti dell’azienda di una cifra tra gli 80 e i 90 miliardi, per quanto la somma non rispecchi la valutazione dell’ultimo round di investimenti privati. Rimarrà da vedere se si riuscirà a battere il record attuale per le quotazioni di società di provenienza cinese, record che è attualmente detenuto dalla quotazione di Didi Global nel 2021, che ha raccolto 68 miliardi di dollari.
Arriva la IPO di Shein: tutto pronto o quasi per il 2024
Secondo indiscrezioni che sono state riportate da tutte le principali testate statunitensi, ci saremmo quasi per quanto riguarda la quotazione in borsa di Shein, gigante delle vendite retail con sede principale a Singapore e attivo ormai in tutto il mondo. Una quotazione della quale si parla da tempo e che sembrerebbe essere il percorso naturale per una società di grande impatto, con ricavi molto interessanti e che però arriva in una fase di mercato che non sembrerebbe molto propensa alle IPO di una certa rilevanza. Basti pensare al flop di Birkenstock, che ha gettato nello sconforto chi credeva di poter fare buoni affari con brand noti e, ancora una volta, dai ricavi molto interessanti.
L’idea del momento scarsamente propizio per tutto il mercato non è in realtà nuova: il 2023 si chiuderà con poco meno di 24 miliardi in IPO, in leggera crescita rispetto al 2022, ma comunque molto lontano dai dati del 2021, quando furono raccolti ben 300 miliardi di dollari.
Shein da sola potrebbe valere quasi 4 volte quanto è stato raccolto nel corso di questo anno, a patto però che appunto le condizioni siano propizie.
Manca ok dalla Cina?
C’è un altro aspetto della questione che rimarrà, almeno per qualche tempo, misterioso. Le società cinesi hanno infatti bisogno di ottenere, per la quotazione in paesi stranieri, l’ok da parte di CSRC, la controparte di SEC a Pechino. Non è chiaro se tale autorizzazione sia stata ottenuta.
Così come non è chiaro se tale procedura sia stata già avviata. CSRC non ha fornito indicazioni, nonostante le ripetute richieste dei principali giornali a tema finanziario e economico.
Sarà una grande occasione?
Difficile dirlo, per ora. L’ottimismo vorrebbe una quotazione intorno agli 80 miliardi, per quanto tale quotazione sia lontana dalla valutazione dell’impresa durante l’ultimo round di finanziamenti privati. Un dato che potrebbe voler dire poco, per quanto sia maturato soltanto qualche mese fa.
Si tratta dunque di fattori da valutare con grande attenzione e che emergeranno con maggiore chiarezza una volta che ci si avvicinerà alla data della quotazione.
Data della quotazione che almeno per il momento è altrettanto misteriosa: si parla di 2024, senza che però siano state offerte scadenza, credibili o meno credibili.
I mercati intanto scaldano i motori per quella che potrebbe essere una delle quotazioni più importanti per quantità di capitale raccolto, per quanto appunto il momento non sia assolutamente il migliore per questo tipo di operazioni.
Tra qui e il 2024 ci saranno altre questioni, inoltre, che offriranno indicazioni sull’andamento dei mercati e anche su quanto saranno propensi a spuntare su una quotazione di questo tipo.