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Skoda taglia 3.000 posti di lavoro se Euro 7 viene approvata
Skoda, la casa automobilistica ceca di proprietà di Volkswagen, ha affermato domenica 19 marzo che, se l’Unione Europea dovesse approvare la normativa “Euro 7” sulle emissioni di anidride carbonica così come è stata proposta, potrebbero essere a rischio 3.000 posti di lavoro e alcuni modelli di auto potrebbero essere destinati ad essere soppressi.
La proposta di legge “Euro 7”, che sarà oggetto di negoziati tra i Paesi dell’Unione Europea e i legislatori quest’anno, mira a ridurre ulteriormente i limiti sulle emissioni di sostanze inquinanti e nocive per la salute, come gli ossidi di azoto emessi dalle automobili. Tuttavia, i costi di sviluppo richiesti per la sua attuazione sono stati criticati da alcuni produttori automobilistici.
Skoda preoccupata per Euro 7: modelli Fabia, Scala e Kamiq a rischio
Secondo quanto riferito in un dibattito televisivo da un membro del consiglio di Skoda, Martin Jahn, se la normativa venisse approvata in questa forma, Skoda Auto sarebbe costretta a chiudere uno stabilimento e a non produrre più i modelli più piccoli, Fabia, Scala e Kamiq, il che metterebbe a rischio almeno 3.000 posti di lavoro. Nel complesso, più di 10.000 posti di lavoro potrebbero essere a rischio in tutta la Repubblica Ceca, tra cui quelli dei fornitori di Skoda. I tre modelli più piccoli rappresentano quasi un terzo delle consegne di Skoda ai clienti nel 2022.
Il ministro dei trasporti della Repubblica Ceca, insieme a quelli di altri sette Paesi (Germania, Italia, Polonia, Portogallo, Romania, Ungheria e Slovacchia), si sono incontrati per discutere le loro preoccupazioni riguardo alla proposta di legge, manifestando alcune riserve sulla normativa Euro 7, soprattutto riguardo al breve periodo di adozione della normativa, che dovrebbe entrare in vigore a metà del 2025 per le auto.
In particolare, la Repubblica Ceca, ha proposto un periodo di quattro anni per l’entrata in vigore della normativa, insieme ad alcune modifiche tecniche, per dare il tempo all’industria di prepararsi e migliorare le misure tecnologiche. Alcune case automobilistiche, tra cui Daimler Trucks, hanno espresso la loro preoccupazione sul fatto che la legge Euro 7 imponga costi di sviluppo irragionevoli. La questione del bilanciamento tra benefici per la salute pubblica e impatto economico continua a essere un tema di dibattito in Europa.
Euro 7: nuove regole UE per ridurre l’inquinamento da veicoli
La proposta della Commissione Europea mira a ridurre l’inquinamento atmosferico dei nuovi veicoli venduti nell’Unione, al fine di soddisfare l’ambizione di zero inquinamento del Green Deal europeo, mantenendo nel contempo i veicoli accessibili ai consumatori e promuovendo la competitività dell’Europa. Il trasporto su strada, infatti, è la principale fonte di inquinamento atmosferico nelle città.
Le nuove norme prevedono di garantire veicoli più puliti sulle strade e un’aria più salubre, proteggendo la salute dei cittadini e dell’ambiente. La proposta affronta le emissioni dallo scarico così come da freni e pneumatici. Inoltre, contribuisce a raggiungere le nuove norme sulla qualità dell’aria più rigorose proposte dalla Commissione Europea il 26 ottobre 2022.
Mentre le regole sulle emissioni di anidride carbonica guideranno l’implementazione dei veicoli a emissioni zero, la Commissione mira anche ad assicurarsi che tutti i veicoli sulle strade siano molto più puliti. Nel 2035, infatti, tutti i veicoli venduti nell’Unione, tra cui auto e furgoni, dovranno avere emissioni di anidride carbonica pari a zero.
Nonostante ciò, nel 2050, più del 20% delle auto e dei furgoni e più della metà dei veicoli più pesanti sulle strade dovrebbero continuare a emettere inquinanti dallo scarico. Anche i veicoli elettrici a batteria causano inquinamento da freni e microplastiche dai pneumatici. Le regole Euro 7 prevedono di ridurre tutte queste emissioni e mantenere i veicoli accessibili ai consumatori.
La motorizzazione tradizionale contro Euro 7
La legge sulle emissioni di diossido di carbonio è lo strumento principale dell’Unione Europea per accelerare la transizione europea ai veicoli elettrici. Tuttavia, dopo l’opposizione dell’ultimo minuto della Germania, è stata sospesa.
Il governo tedesco, supportato da Paesi come Italia e Repubblica Ceca, ha chiesto garanzie più chiare per la vendita di nuove auto con motori a combustione interna anche dopo il 2035, a condizione che utilizzino combustibili CO2-neutrali. Tuttavia, altri Paesi hanno riserve diverse: per esempio, la Polonia ha affermato che la proposta renderebbe i motori a combustione interna più costosi per i consumatori.
L’Unione Europea, per contro, ritiene che la data del 2035 sia cruciale, in quanto la durata media delle nuove auto è di circa 15 anni, per cui un divieto più tardivo impedirebbe all’UE di raggiungere l’obiettivo di emissioni nette zero entro il 2050, la data limite che secondo gli scienziati eviterebbe l’irreversibilità del disastroso cambiamento climatico.
La transizione verso veicoli elettrici ha recentemente spinto anche il produttore automobilistico americano Ford a dover tagliare circa 1.100 posti di lavoro presso il proprio impianto di Valencia, situato nella parte orientale della Spagna.