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Snam acquisirà il 30% del più grande terminal per il GNL in Italia, il resto andrà a VTTI
Il più grande terminal per il gas naturale liquefatto (GNL) in Italia, situato a 9 km di distanza dal litorale veneto, passa -almeno parzialmente- in mani Italiane. La settimana scorsa i due proprietari del progetto, QatarEnergy e l’americana ExxonMobil, hanno deciso di vendere le quote; Snam ne ha approfittato per esercitare il suo diritto di prelazione, ottenuto anche grazie al fatto di essere una società fortemente partecipata dal governo italiano. Grazie a questa mossa, la quota di Snam nel progetto salirà al 30%; il restante 70% andrà invece alla olandese VTTI, un’azienda specializzata in stoccaggio energetico che è riuscita a convincere i proprietari uscenti ad accettare la propria offerta.
Snam era già parzialmente proprietaria del progetto Adriatic LNG, ma con una quota molto bassa del 7,3%. L’esercizio del diritto di prelazione dovrebbe consentire all’azienda un controllo più diretto sull’infrastruttura, per la quale ci sono già dei piani ambiziosi. Il CEO di Snam, Stefano Venier, intende infatti ampliare il progetto aggiungendo nuova capacità e portando Adriatic LNG a diventare sempre di più un hub rilevante a livello europeo. Snam non ha voluto offrire i dettagli finanziari dell’operazione, ma fonti vicine alla stampa parlano di circa €800 milioni per l’acquisizione del progetto -inclusi i debiti connessi ad esso-.
Un progetto di livello europeo
La sfida di sostituire il gas russo continua in tutta Europa, e l’Italia può giocare un ruolo determinante grazie alle sue strutture per ricevere e rigassificare il gas liquefatto. E mentre la Germania sta rinsaldando i suoi rapporti con gli Stati Uniti per importare grandi quantità di GNL dagli USA, l’Italia sta sfruttando la sua posizione strategica nel mediterraneo per ricevere le importazioni provenienti da Qatar e altri paesi del Medio Oriente. L’obiettivo sarebbe dunque poter fornire gas anche ad altri paesi europei, connettendosi attraverso i gasdotti che non vengono più utilizzati per il gas russo: dai Balcani alla Polonia, i clienti non mancano e ora anche le forniture sono sufficienti a coprire abbondantemente tutta la domanda europea.
Il terminal Adriatic LNG ha una capacità di rigassificazione di 9 miliardi di metri cubi all’anno: considerando che la capacità di rigassificazione totale in Italia è di 23 miliardi di metri cubi, si tratta di un progetto estremamente importante per la sicurezza energetica nazionale. Snam è anche già al lavoro per costruire un nuovo terminal offshore vicino a Ravenna, che dovrebbe ulteriormente avere una capacità di rigassificazione di 5 miliardi di tonnellate. In questo modo la capacità totale italiana arriverebbe a 28 miliardi di metri cubi: un numero molto importante e simbolico, trattandosi esattamente della stessa quantità di gas che l’Italia importava dalla Russia prima dell’invasione dell’Ucraina.
VTTI e IKAV si assicurano le quote di maggioranza
Il più grande proprietario di Adriatic LNG sarà un consorzio formato dalla società energetica olandese VTTI e dal fondo d’investimenti tedesco IKAV, che insieme avranno oltre due terzi dei voti. Questa è una mossa molto interessante e piuttosto sorprendente per VTTI, che fino a questo momento ha concentrato i suoi sforzi europei soprattutto sui progetti di stoccaggio energetico per accumulare l’energia prodotta da fonti rinnovabili. Ora l’azienda vede però margini troppo interessanti nel mercato dei combustibili fossili per limitarsi a ignorarli: definendo il gas naturale liquefatto come una “forma transitoria” di energia verso un futuro più green, ha deciso di lanciare il piano Strategy 2028 per fare arrivare questo tipo di investimenti fino al 50% del portafoglio complessivo dell’azienda. In ogni caso, l’acquisizione di questa grande quota di controllo rimane soggetta all’approvazione delle autorità pubbliche e dovrebbe concludersi solo nella seconda metà di quest’anno.