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SNB taglia i tassi: 25 punti base per tornare a 1,5%. Franco a picco sulle piazze: e ora cosa succede?
SNB, la banca centrale della Confederazione Elvetica, interviene sui tassi con un taglio di 25 punti base (0,25%), che sarà operativo da domani, venerdì 22 marzo. Il taglio porta i tassi di riferimento per il Franco Svizzero a 1,5%, tra i più bassi a livello mondiale. In aggiunta, nel comunicato stampa ufficiale di SNB si legge anche della volontà, se necessario, di intervenire con operazioni a mercato. Nel complesso, inoltre, SNB ha affermato che continuerà a monitorare le evoluzioni sul fronte dell’inflazione, dicendosi pronta a intervenire con correzioni della politica monetaria, se questa dovesse rivelarsi essere in futuro necessaria.
La decisione è arrivata dopo che l’inflazione sul territorio svizzero ha fatto registrare a febbraio un aumento modesto, all’1,2%, anche qui tra i livelli più bassi su scala mondiale e testimonianza di una situazione molto diversa, quella della Svizzera, rispetto al grosso delle grandi economie mondiali. Tutto questo mentre ieri Jerome Powell ha lasciato intendere la possibilità di avviare un percorso di tagli negli Stati Uniti, che secondo le proiezioni contenute nel dot plot potrebbe vedere fino a 3 tagli nel corso del 2024.
Taglio dei tassi in Svizzera. Si torna a 1,5%
È stato un taglio dei tassi che i mercati non avevano completamente anticipato e che hanno visto il franco svizzero, dall’annuncio fino alla pubblicazione di questo approfondimento, perdere quasi l’1% nei confronti di un dollaro che già non stava vivendo un momento stellare, in seguito alla non-decisione del FOMC accompagnata da un Jerome Powell però più mansueto del solito.
Una situazione complessivamente articolata sul fronte del Forex, dove le decisioni delle banche centrali vivono in uno stato di incertezza ormai da tempo e sono in grado, ad ogni dichiarazione o come in questo caso, a ogni decisione movimenti anche bruschi. Il franco risponde con una pessima performance, con le parole del dimissionario Thomas Jordan che lasciano intendere almeno ai più un percorso di politiche monetarie più accomodanti.
Interessanti le previsioni sull’inflazione in Svizzera: Thomas Jordan ricorda che l’inflazione si è attestata per il mese di febbraio al +1,2%, con un calo da attribuirsi principalmente ai beni e non ai servizi, i quali rimangono su tassi di crescita dei prezzi ancora piuttosto alti. Nel breve termine viene indicato un rallentamento della crescita dei prezzi maggiore di quanto preventivato a dicembre, con il quadro che potrebbe estendersi anche al medio periodo.
Le previsioni per il 2024 vedono l’inflazione media all’1,4%, con quella del 2025 invece all’1,2% e quella del 2026 all’1,1%, previsioni che lascerebbero intendere la possibilità per SNB di procedere, per quanto con cautela, con tassi relativamente lassi. Le previsioni in questione, ricorda Jordan, sono infatti state realizzate tenendo conto di un tasso all’1,5% stabile.
Per Thomas Jordan un successo della politica monetaria
Chiude il lungo dispaccio firmato SNB un’analisi dello stesso Jordan su quanto è stato fatto in termini di lotta all’inflazione. L’intervento pronto da parte di SNB avrebbe infatti permesso alla Svizzera di combattere l’inflazione in modo più concreto e consistente, per mosse i cui frutti vengono raccolti oggi. I dati sembrano aver dato ragione tra le altre cose a Jordan, con l’inflazione nella Confederazione che è stata al di sopra del 2% per un periodo di tempo relativamente contenuto.
Ci sarà comunque spazio per eventuali revisioni della politica monetaria nel caso in cui il percorso dell’inflazione non dovesse proseguire sui binari già tracciati. Una finestra che rimane aperta, per molti però soltanto a corredo di un percorso già tracciato e che sta avendo un impatto importante sul Franco Svizzero, oggi valuta più debole sulle piazze internazionali. Per giudicare e anticipare il possibile trend futuro, si dovrà tenere conto delle future mosse di Federal Reserve e BCE.