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Stellantis consegna 1.148mila veicoli nel terzo trimestre, il 20% in meno rispetto al 2023

In calo del 20% la consegna dei veicoli Stellantis nel terzo trimestre 2024. Le vendite, però, sono calate solo del 15%: l’azienda inizia a smaltire le scorte.

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Nel terzo trimestre 2024 Stellantis stima di consegnare 1.148mila unità, il 20% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Lo si evince dai dati delle stime trimestrali pubblicate quest’oggi dal gruppo automobilistico, che riportano i numeri delle consegne consolidate globali ed i commenti sulle tendenze più importanti del settore.

Il termine consegne si riferisce ai volumi dei veicoli che vengono consegnati ai distributori, alla rete di vendita o direttamente ai clienti individuali (sia essi privati o delle aziende che acquistano delle flotte).

Ma entriamo nel dettaglio e vediamo i numeri delle consegne di Stellantis nel terzo trimestre 2024.

Stellantis, le consegne stimate nel terzo trimestre 2024

Nel trimestre che si è chiuso lo scorso 30 settembre 2024, Stellantis stima di consegnare 1.148mila unità, il 20% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. La percentuale del calo delle consegne è maggiore rispetto a quello delle vendite ai clienti finali – che si è attestato al 15% – perché si sta scontando l’impatto temporaneo della transizione del portafoglio prodotti e delle iniziative che sono state avviate per ridurre le scorte presso la rete.

Andando ad analizzare cosa accade nelle varie regioni dove è presente Stellantis, si scopre che nel Nord America le consegne sono calate di circa 170mila unità, delle quali 100mila fanno parte dei preannunciati tagli alla produzione: operazione effettuata con l’intento di ridurre lo stock presso la rete. A condizionare l’andamento di Stellantis in Nord America è, inoltre, la contrazione del portafoglio prodotti: si sta puntando a delle nuove offerte multienergy con una nuova generazione di prodotti in fase di lancio, che inizieranno nell’ultima parte del 2024 con Dodge Charger Daytona e la Jeep Wagoneer S.

Le vendite ai clienti finali di Stellantis negli Stati Uniti hanno supportato la crescita della quota di mercato nel terzo trimestre, che è passata all’8,0% di settembre dal 7,2% di luglio. Le scorte si sono ridotte di 50mila unità (-11,6%) rispetto alla fine dello scorso trimestre.

In Europa, invece, le consegne di Stellantis sono diminuite di 100mila unità rispetto allo stesso trimestre 2023. A determinare il calo è stato il posticipo del lancio dei modelli basati sulla piattaforma Smart Car, tra le quali c’è la Citroen C3. Le prospettive per il lancio dei nuovi modelli in Europa sono robuste con ordini per 50mila unità per la nuova Citroen C3 e di 80mila unità per la nuova Peugeot 3008.

Stellantis è cresciuta in Sud America, ma ha registrato dei cali in Medio Oriente, in Africa, in Cina e in India.

Stellantis amplia il complesso industriale in Messico

Stando a quanto riporta il Wall Street Journal, Stellantis è al lavoro per ampliare il suo complesso industriale nel Messico settentrionale per costruire i pick-up Ram 1500. Il gruppo automobilistico starebbe costruendo ulteriori spazi produttivi accanto al suo stabilimento esistente a Saltillo, in Messico.

Stellantis ha dichiarato di aver prodotto altre varianti dei pick-up Ram in Messico e che non sono stati fatti altri annunci in merito alla produzione del Ram 1500.

La casa automobilistica franco-italiana ha dichiarato in una nota di aver recentemente reso noto il suo piano di investire più di 235 milioni di dollari nello stabilimento di assemblaggio di Sterling Heights nel Michigan per costruire le future versioni elettriche del pick-up. Stellantis continuerà a produrre i camion Ram nel suo stabilimento del Michigan.

Secondo quanto riporta il WSJ, non è chiaro se lo spazio previsto per la fabbrica di Saltillo verrà utilizzato per produrre versioni dei camion Ram alimentate a batteria o a benzina.

Le novità relative ai piani per il Messico arriva mentre il sindacato United Auto Workers minaccia numerosi scioperi negli Stati Uniti contro Stellantis, sostenendo che l’azienda non è riuscita a mantenere gli impegni assunti nel contratto dell’anno scorso, firmato dopo uno sciopero di sei settimane che le è costato circa 750 milioni di euro di profitti.

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